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DANILO SESTI |
It’s a long long road |
Demo autoprod. |
2016 |
ITA |
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Tra le varie uscite della più recente ondata progressive italiana i Giardino Del Mago si erano ritagliati un loro piccolo spazio nel 2012 con un breve demo/EP autoprodotto, già recensito su Arlequins, di rock sinfonico abbastanza canonico di buona fattura; un cambio di nome in Intarsia li ha portati ad incidere un brano per la seconda parte del tributo al Decameron prodotto dalla Musea, con il brano “Cuore Strappato”. Dopo questa prova più o meno effimera, Danilo Sesti, tastierista degli Intarsia/Giardino del Mago, ha deciso di avviare una propria attività solista con un cd autoprodotto, “It’s A Long Long Road”, suonato e registrato in maniera semplice e spontanea, senza troppi orpelli e con buona ispirazione: i dieci brani sono una fantasiosa sfilata di quadretti strumentali che ripercorrono un po’ tutte le passioni musicali di Sesti, filtrate attraverso una piacevole e rilassante sensibilità ambient-new age abbastanza distaccata dai fragori bombastici del progressive rock italiano e più incline ad un romanticismo introspettivo. Le ariose e misteriose melodie di “It’s A Long Long Road” sembrano rispecchiare un profondo desiderio di viaggiare, esplorare e girovagare per il piacere di scoprire luoghi mai visitati o dimenticati nel tempo… Le delicate e malinconiche note del pianoforte, arrangiate con un discreto gusto sinfonico,ci evocano scenari nebbiosi dalle atmosfere vagamente fantasy che ci inducono a ricordare i vecchi lavori di Gandalf, oppure negli arpeggi di chitarra acustica certe suggestioni crepuscolari alla Genesis, per attitudine oscuri gruppi dimenticati come i Mysia (rappresentavano la via new-age del prog italiano) e certe cose di Bjørn Lynne nei passaggi più “medievali” e folkloristici. Nella sua piccola artigianalità Danilo Sesti sembra voler quasi ammiccare anche alle più recenti sinfonie epiche di God Is An Astronaut, almeno nei loro momenti più “neoclassici” e pianistici… Da una registrazione casalinga è facile aspettarsi qualche magagna a livello tecnico ed in effetti le timbriche delle tastiere non sono sempre del tutto convincenti, come anche certi passaggi ritmici un po’ troppo blandi e statici; in altri momenti alcune buone idee sembrano semplicemente accennate senza essere approfondite a dovere… Ma nel suo insieme, in trentacinque minuti di volenterosa dedizione alla musica, Danilo Sesti è riuscito a trasmettere qualche buona e suggestiva vibrazione: consideriamo quindi questo “It’s a Long Long Road” come un buon cd-demo di preparazione per qualcosa che sarà senz’altro più maturo e completo.
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Giovanni Carta
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