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MAIEUTICA R.E.S. autoprod. 2016 ITA

Per prima cosa ho cercato nel dizionario, dato che non avevo la più pallida idea del significato del termine "maieutica". Appurato che l'argomento era troppo ostico e non aveva niente a che fare con la mia formazione scientifica, ho proceduto ad ascoltare "R.E.S.", con un vago rimasuglio di comprensione riguardante la ricerca della verità dentro sé stessi. In realtà, la componente testuale e il concetto di fondo che lega i brani, riassumibile nel desiderio di voler realizzare qualcosa di memorabile attraverso la ricerca ed il viaggio, hanno una certa importanza nel lavoro dei Maieutica. Ciò si intuisce dalle liriche, molto curate e dal taglio letterario, oltre che, in alcuni casi, ispirate alle opere del poeta Renzo Cremona.
La musica, invece, è un hard rock tendente al metal melodico con qualche influenza progressiva. Non si sfora troppo nel prog-metal anche se è presente una componente virtuosistica dosata con gusto. La voce è generalmente molto ruvida, e potrebbe anche non piacere, pur essendo adatta al genere proposto. Le tracce sono generalmente venate di melodie esotiche orientali volte a creare atmosfere drammatiche. Ciò è evidente nel trittico di "Sahara", che rappresenta anche l'ossatura progressiva di tutto l'album, e in "Spezie", tutte dalla costruzione mediamente più elaborata. Accanto ai brani più hard, ben rappresentati da "Sidawa", "Anche per quando non ci cercheremo più" (un curioso mix di parti melodiche in stile "italiano" e metal), "Estasi ed orrore", ci sono poi interventi più rilassati, con una maggiore componente acustica ed una tendenza a valorizzare ulteriormente la melodia, oltre che a dare respiro alla voce. "Sesamo", "Primo contatto" e "Maelstrom" sono quindi ballate malinconiche che ogni tanto strizzano l'occhio ad un rock italiano più accessibile e dalle impronte quasi cantautoriali.
"R.E.S." è sicuramente un album ben realizzato, curato nella produzione e rivolto ad un pubblico in teoria ampio. Ho l'impressione però che possa piacere più agli amanti del rock duro e del metal che agli estimatori del prog. La voce è senz'altro l'aspetto che creerà più perplessità ma in fin dei conti è ben contestualizzata. Se poi il non essere un disco definibile progressive in senso stresso riuscirà ad attrarre un maggior numero di ascoltatori, tanto di guadagnato.



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Nicola Sulas

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