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SAILOR FREE |
Spiritual Revolution - Part two |
Tide Records |
2016 |
ITA |
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La rivoluzione spirituale dei Sailor Free giunge alla conclusione dopo quattro anni con la pubblicazione della seconda parte del concept album la cui storia si ispira al Silmarillion ed è ambientata, invece che nel mondo creato da Tolkien, in un immaginario prossimo futuro nel quale un gruppo di rivoluzionari spirituali lotta per permettere all'umanità di ottenere energia pulita e illimitata tramite un congegno tecnologico. La chiave di lettura della vicenda, in realtà, trova il suo compimento nel concetto di cambiamento dell'umanità attraverso un'evoluzione dello spirito. Come si rappresenta in musica un tema di tale complessità? In maniera altrettanto complessa, potrebbe essere la giusta risposta. Ad un ascolto attento si intuisce che è così, in parte. Il suono è in generale morbido, meno heavy che in passato, e basa la sua complessità più sugli arrangiamenti che sull'articolazione delle composizioni. Dopo una breve introduzione in stile ambient, "The maze of Babylon" parte con un riff di chitarra che ricorda facilmente i King Crimson e sembra spianare la strada ad un brano tirato. Dopo appena quaranta secondi, questo si trasforma però in un lento ondeggiare atmosferico, con un piano minimale ad accompagnare la voce. Mi è venuto in mente il David Sylvian più intimista, quello di "Secrets of the beehive", a cui David Petrosino sembra ispirarsi anche nel modo di usare la voce. Il brano prosegue alternando i due aspetti, quello sognante e quello hard, aggiungendo qualche intervento di sax che contribuisce a dare un tono dark al tutto. La stessa atmosfera rilassata si ritrova in "The fugitive" e in "Amazing", piacevoli ballate contaminate di tanto in tanto da atmosfere più cupe e nervose. Queste divengono più evidenti in "We are legion", che introduce anche un certo gusto per un pop raffinato. Molto curiosa "Special laws", capace di passare dai tempi dispari jazzati agli intermezzi ambient, con una breve sezione quasi parlata infilata nel mezzo a scombinare il mood del brano. Le conclusive "About time" e "Revolutionary soul" sono le tracce più cupe dell'album, la prima che inizia in maniera apparentemente rilassata per poi esplodere nel mezzo in maniera pesante e sinistra, la seconda cadenzata e ossessiva nel suo procedere in cerchio attraverso le sezioni di cui è composta. La carriera dei Sailor Free ha avuto due momenti di piena attività nettamente distinti, quella dei primi anni '90, che ha visto la pubblicazione di due album, e quella recente, con la doppietta di "Spiritual revolution" a segnare il ritorno discografico. A parte le ovvie differenze dovute ai diversi periodi storici, David Petrosino e soci, oltre ad aver mantenuto a distanza di tempo la stessa formazione, sono riusciti a mantenere uno stile personale fatto di progressive rock contaminato da sprazzi luminosi ed oscuri di psichedelia, elettronica, jazz e pop. Il coinvolgimento emotivo è fondamentale nell'ascolto, dato che la musica, che piaccia o meno, difficilmente lascia indifferenti.
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Nicola Sulas
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