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SELTAE BEAT |
Up and down |
Musea |
1996 |
FRA |
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Anno 2160: l'esaurimento delle risorse terrestri costringe l'umanità a trarre energia dalle profondità marine. Piattaforme di trivellazione spuntano ovunque dalle acque. Su una di queste isole artificiali, alcuni esuli si preparano ad incontrare il loro destino... Da questa introduzione degna di un fumetto Nathan Never prende spunto l'opera prima di questo nuovo gruppo transalpino, che come si può ben intendere dalla premessa è un concept album dallo spirito avveniristico. Tutto sommato tale caratteristica si riflette però assai poco sulla musica, che non va molto più in là di un rock romantico assai melodico (ampi spazi sono riservati alla voce femminile di Caroline Crozat), piacevole, ben arrangiato, anche se in fin dei conti un po' schematico e privo di quella personalità necessaria per potersi stagliare al di sopra della media. I riferimenti sono, più che alla scuola francese, a quella frangia del rock progressivo anglo-tedesco che ha tra i suoi principali esponenti Pink Floyd, Eloy e soprattutto Grobschnitt, dei quali mi sono più di una volta venute in mente le armonie vocali di "Rockpommel's land", loro opera migliore. Nonostante inoltre che Luc Marianni, l'elemento che dà il nome alla formazione, sia un tastierista, il suo strumento non monopolizza affatto le strutture musicali, lasciando notevole libertà alle chitarre, sia elettriche che acustiche. Esordio positivo che fa tutto sommato ben sperare, anche in prospettiva futura.
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Riccardo Maranghi
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