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MODERN ROCK ENSEMBLE |
Touch the mystery |
autoprod. |
2016 |
UKR |
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Fin dagli anni di maggior successo del progressive rock si parlava dei legami che questo aveva con la musica classica. E tutt’oggi ci ritroviamo di fronte a realtà che mostrano la voglia di mantenere forti questi legami, attraverso proposte che fanno avvicinare due universi sonori che un tempo sembravano non avere nulla in comune. Tra queste ci fa piacere segnalare il progetto del musicista, cantante, compositore e poeta ucraino Vladimir Gorashchenko denominato Modern Rock Ensemble. Il nome è già tutto un programma e nelle note con cui viene accompagnato il cd “Touch the mystery” viene spiegato che Vladimir è sempre stato attratto dalle forme più evolute del rock degli anni ’70 e che ha voluto inserire il termine “Ensemble” perché per portare avanti la sua musica si è rivolto ad un ampissimo numero di musicisti di varia estrazione. E’ impressionante leggere la strumentazione utilizzata per la realizzazione di questo album: si va dalla base rock formata da chitarre, sintetizzatori, basso e batteria al sax, alla tabla e a numerosi archi. Alla fine sono ben diciassette i musicisti che hanno suonato e tra questi figura anche Anton Kalugin, noto nel mondo del prog soprattutto per il suo progetto Karfagen. In “Touch the mystery”, così, si abbinano questa forma di base che vede un largo ensemble impegnato ad eseguire le partiture e un sound capace di unire elementi avvicinabili al rock ed altri più classicheggianti. Ci sono due tracce che non arrivano a quattro minuti, mentre le altre vanno dai nove minuti e cinquantadue ai quasi venti della title-track, ma in tutte si avverte questa commistione di stili che diventa il marchio di fabbrica di Gorashchenko e compagni. Proprio il pezzo che dà il titolo al disco è perfettamente rappresentativo dello stile del Modern Rock Ensemble. Suoni d’atmosfera, parti recitate (in inglese), ruggiti elettrici di chitarra, passaggi sinfonici pregni di romanticismo, melodie ariose, brillanti intarsi e solos strumentali nei quali chitarre, tastiere, sax e archi si incontrano e si danno il cambio alla guida, dinamiche brillanti, alternanza tra spunti meditativi e malinconici ad altri più vivaci e ritmati. E’ ciò che si incontra durante la sua lunga durata e tutto è costruito con grande maestria, cosa che permette uno svolgimento lineare di una composizione intricata che si fa apprezzare dall’inizio alla fine. L’album mantiene comunque sempre standard abbastanza elevati e l’ora di ascolto sembra passare rapidamente e senza intoppi. Si segnala, tra l’altro, che “Meditations” è presente in due versioni, una in inglese ed una in russo e che alcune registrazioni utilizzate nelle versioni definitive dei brani in scaletta risalgono addirittura al 1988 e al 1989, quando il gruppo era denominato Modern Rock Ensemble Putnik, ma l’accurato lavoro di produzione ha fatto sì che non sia stata intaccata minimamente l’omogeneità della musica. Meritevole anche l’artwork, con il bel disegno di copertina ed una confezione digipack apribile in tre parti. Lo avrete già capito, consideriamo “Touch the mystery” davvero molto bello e ci sentiamo di consigliarlo vivamente a qualsiasi appassionato di rock sinfonico. Le radici ed il background di Gorashchenko, che affondano e prendono spunto dal prog come dalla musica classica trovano qui un perfetto bilanciamento e chissà cosa ci potrà offrire in futuro questo valido musicista, che sembra abbia già pronte più di cinquanta canzoni e composizioni.
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Peppe Di Spirito
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