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SO DOES YOUR MOTHER |
Neighbours |
autoprod. |
2015 |
ITA |
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Questa band romana nata nel 2009 si contraddistingue per l’intento dichiarato di voler fondere la musica dance col Progressive Rock classico… obiettivo che ai puristi provocherà senza dubbio più di un brivido lungo la schiena ma che, a conti fatti, in qualche modo funziona e senza dubbio ci rimanda in modo più o meno diretto a Frank Zappa e -perché no?- a Elio E Le Storie Tese. Non a caso l’album vede la collaborazione di Ike Willis che, lui, ci ha davvero suonato con Zappa e che in un brano si va ad aggiungere ai 10 membri (tra cui un tal Alessio Zappa, tanto per rimanere in argomento… ma non credo che ci sia parentela) che compongono la band, tra i quali annoveriamo 3 vocalist e 3 fiati. In realtà siamo qui di fronte a 8 tracce, per un totale di poco più di 30 minuti, infarcite di fusion e funky, con atmosfere spesso sbilanciate sul versante pop ma non mancanti di certo della componente Prog, più o meno marcata. alcune scelte ritmiche complesse sono di certo mutuate dalla passione per i King Crimson e Zappa stesso e vanno a fondersi con spunti jazzati, fiati ed escursioni psichedeliche, oltre che alle preponderanti sonorità funky che pervadono queste canzoni che danno ben poca requie, sviluppandosi senza sosta e con un incedere spesso mozzafiato. Il clarinetto e l’avvio psichedelico con cui inizia l’album (“Mitile Milite”) fanno ben sperare e brani come “Under the Roof” o “Swallow” hanno caratteristiche Prog abbastanza marcate. In rari casi sembra invece di essere davvero proiettati in una discoteca di fine anni ‘70, come in “Your Mother” (non a caso il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album), ma, appunto, sono momenti (fortunatamente, aggiungerei) limitati. In mezzo a questi estremi c’è un album che personalmente ho trovato anche divertente, a tratti anche abbastanza interessante, ma al quale manca forse quel quid in più che possa non dico avvicinarli ai maestri che il gruppo si è scelto, ma quanto meno elevarne le sorti a livello strumentale, aspetto spesso lasciato scorrere via senza particolari sussulti. Un album comunque particolare ed abbastanza gradevole; ci aspettiamo comunque un salto di qualità.
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Alberto Nucci
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