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PAOLO SIANI FEAT. NUOVA IDEA |
The leprechaun’s pot of gold |
Black Widow Records |
2019 |
ITA |
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Paolo Siani non ha certo bisogno di presentazioni essendo stato batterista (ed anche cantante) dei Nuova Idea, importante realtà del panorama pop italiano dei primi seventies (da avere almeno “Mr. E. Jones” e “Clowns”). Da una decina di anni, sotto il monicker di “Paolo Siani feat. Nuova Idea”, l’artista genovese, avvalendosi di numerosi collaboratori, tra i quali anche ex-membri della storica band, ha ripreso il discorso interrotto oltre 45 anni fa ed ha pubblicato, nel 2010, “Castles, wings, stories and dreams” e nel 2016 “Faces with no traces”. E’ dell’inizio di quest’anno l’ultima fatica intitolata “The leprechaun’s pot of gold” che vede la partecipazione, tra gli altri, di Giorgio Usai (ex Nuova Idea e New Trolls, all’organo Hammond), di Martin Grice (dei Delirium, al sax e flauto) e di Roberto Tiranti (ex New Trolls, Mangala Vallis, Labyrinth, al basso e voce in alcuni brani). Un album eclettico che guarda di sfuggita al passato, ma che è ben ancorato al presente sia nel sound, sia nelle liriche come ad esempio nella title track, una sorta di “J’accuse” rivolta ai grandi “burattinai” che, infischiandosene delle sofferenze delle differenti popolazioni, continuano imperterriti con la loro sete di potere nell’accumulo di sempre maggiori ricchezze. Struggente anche il ricordo, in “Standing alone” (presente in due versioni, con due vocalist diversi) di un amico della band, prematuramente scomparso. E’ proprio con questo brano che si apre la raccolta: il caldo suono dello Hammond (Giorgio Usai) e del piano Rhodes (Giangiusto Mattiucci) ci accompagnano per tutta la sua durata, prendendo per mano la voce “nera” di Anthony Brosco per un pezzo venato di “blues” davvero emozionante. Si cambia registro con la successiva “Inflate your veins”, il cui primo minuto almeno è dominato dal sax di Martin Grice. Il suono si fa poi incalzante con la macchina ritmica di Siani e Tiranti (qui anche vocalist) che sale in cattedra. Un bel “solo” di tastiere, l’inerpicarsi del flauto a cercare lo spazio adeguato tra le maglie rock di Tiranti, poi il brano plana delicatamente sulle note del sax che, come aveva aperto, così chiude quest’ottimo brano. Con la title track si vira ulteriormente a dimostrazione della versatilità di Siani e della sua curiosità musicale. Un ritmo ipnotico, una voce “filtrata”, un po’ di elettronica ed un piacevole refrain. “Statue of wax” unisce elettronica e psichedelica con risultati apprezzabili. “Lord Brummel” si avvicina maggiormente ad un progressive più “canonico” con belle orchestrazioni, dosi massicce di tastiere (a cura dello stesso Siani) ed un piacevole impianto melodico a cui si aggiunge anche un bell’intervento alla chitarra elettrica di Nik Carraro. “Walking on the limit” convince meno malgrado gli interventi di Martin Grice (stavolta al flauto) ed un piacevole tappeto di tastiere. Dolcemente psichedelica “Time to play” con la partecipazione della Banda G.Puccini di Adro. Segue la seconda versione di “Standing alone” con la voce di Paul Gordon Manners. Chiude l’album una vera e propria chicca: la registrazione live in studio alla radio Rai, durante il programma “Per voi giovani” del 1971, di una cover del brano dei Cream “We’re going wrong” da parte della Nuova Idea. “The leprechaun’s pot of gold” conferma le buone impressioni avute già con il precedente “Faces with no traces” con un Siani ispirato che non vive di ricordi ma sempre alla ricerca di nuovi stimoli e nuove opportunità. Vediamo quale sarà il passo successivo…
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Valentino Butti
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