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OPRA MEDITERRANEA Isole autoprod. 2019 ITA

Album d’esordio per il gruppo empolese degli Opra Mediterranea dal titolo “Isole”, una band attiva già da qualche anno, con numerose esperienze live e che annovera nella line up attuale Mattia Braghero alla voce, Michael Aiosa alle tastiere, Federico Ferrara alle chitarre, Manuele Mecca alla batteria e Lorenzo Morelli al basso. Musicisti con background professionali diversi che, confluendo in un’unica entità, hanno dato vita ad un sound fresco e di gradevole ascolto con liriche interessanti e musiche di notevole qualità. Le influenze del gruppo spaziano dal prog italiano anni ’70 (PFM, Banco, Le Orme…) e giungono fino al new prog attraversando l’universo Floyd ed altro ancora.
Un album di debutto, ma già ricco di spunti e che evidenzia una certa personalità da parti dei cinque ragazzi empolesi, anche grazie ad un vocalist all’altezza. Sei sono i brani che compongono “Isole” con la title track, che supera gli undici minuti, a fungere da fiore all’occhiello dell’intero lavoro. Inizio aggressivo con basso pulsante, batteria, tastiere, chitarra ficcante poi l’atmosfera si fa più delicata accompagnando il cantato di Braghero. In un batter di ciglia il pezzo ricomincia ad avere un andamento più frastagliato e spigoloso, con chitarre e tastiere a rimpallarsi gli spazi solistici senza soffocare comunque la voce, sempre molto espressiva, del frontman. Dopo un intermezzo “rumorista”, il ritmo si increspa, le impennate ritmiche si fanno frequenti e le tastiere turgide fanno il resto fino alla chiusura del sipario. L’album si era aperto con “Lettera” un felice connubio tra new prog britannico e calore mediterraneo. Una sorta di “IQ meets PFM” (quella di “Ulisse”)… Piacevole. Molto bella “Marionetta”, con una introduzione per piano e voce, poi una decisa sferzata rock ed ancora saliscendi sonori (e vocali…) dal buon appeal. Una struggente introduzione di chitarra acustica dà il via a “Numeri primi” (ispirato al libro di Paolo Giordano) in cui la formula canzone del gruppo raggiunge il suo apice con testi convincenti “conditi” da altrettanta qualità musicale in una sorta di cantautorato progressivo di notevole pregio. “Oceano mare” (ispirato anche a Baricco) segue le medesime coordinate di “Numeri primi” con brevi sprazzi strumentali ad accompagnare la sempre ispirata voce di Braghero. “Frammenti di una distesa fra la terra ed il mare” è, per contro, molto aggressiva con chitarre heavy e synth debordanti. La parte centrale, più soft, non intacca minimamente il “punch” del brano che ritorna preponderante con Aiosa e Ferrara protagonisti con i loro strumenti.
Si tratta, dunque, di un lavoro decisamente ispirato: belle melodie, liriche coinvolgenti e mai banali, un valido vocalist sostenuto da altrettanto valide musiche. C’è tutto, o quasi, per aspettarci ancora di meglio nel prossimo lavoro, nella speranza di non dovere attendere a lungo.



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Valentino Butti

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