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OKTOPLUS Aika ei auta autoprod, 2013 FIN

Prog-fusion finlandese con cantato femminile in lingua madre! Questa band, per quanto mi riguarda, ha già vinto tutto così, a prescindere anche dal nome azzeccato. Gli Oktoplus sono una di quelle realtà in qualche modo misteriose e sorprendenti che ogni tanto capita di incrociare per caso ascoltando musica. Le scarse informazioni reperibili online dicono che il gruppo nasce alla fine degli anni '80 e rimane nascosto, probabilmente con immensa noncuranza dei componenti, sino alla pubblicazione di questo dischetto nell'autunno del 2013. Dischetto che, come chiaramente spiegato con un pizzico di ironia nella pagina Bandcamp, serve a soddisfare tutti quelli della vecchia scuola che preferiscono avere un oggetto da tenere in mano e guardare.
Gli Oktoplus mi sono sembrati subito simpatici, per cui l'ascolto della musica contenuta in "Aika ei auta" (Il tempo non aiuta) è iniziato con una buona predisposizione. Dopo aver cercato su Google la traduzione del titolo, inoltre, tutto è stato chiaro. La band è evidentemente rimasta ancorata ad un suono risalente a qualche decennio addietro, anche se certamente filtrato, rimescolato e ammodernato. Ci sono quindi parecchi brani più o meno intricati costruiti interamente sull'incastro strumentale, con suoni mai troppo invadenti che sembrano pescati da varie epoche musicali e gettati in pentola per essere cucinati a fuoco lento. L'effetto è curioso e gradevole, complice anche la produzione molto pulita che permette di apprezzare tutti i dettagli degli arrangiamenti. Il disco è abbastanza omogeneo, sebbene ci siano brani più inclinati verso il lato fusion e altri verso quello progressivo. Tra i picchi, voglio segnalare "Myrskyn jalkeen" ("Dopo la tempesta"), un piccolo compendio di stili che parte come una classica prog-song per virare immediatamente verso una sorta di funk che a sua volta si tuffa in atmosfere power-fusion anni '80, con numerose variazioni, assoli, parti di fiati e addirittura un breve frammento di cantato rap.
"Aika ei auta" è senz'altro un disco gradevole, tutto sommato facile da ascoltare nonostante la durata (quasi settanta minuti) e lo stile apparentemente omogeneo che potrebbero scoraggiare alcuni ascoltatori. Trovo inoltre molto piacevole il mood rilassato che pervade la musica, che mi porta ad immaginare i musicisti mentre si divertono a suonare incuranti di mode, vendite e promozione. Ovviamente non possiamo scomodare termini come "memorabile", "capolavoro", "straordinario" e così via. "Piacevole diversivo" può essere una definizione corretta, e in un mare di dischi troppo simili tra loro non è poco.



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Nicola Sulas

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