Home
 
FALENA Una seconda strana sensazione Lizard Records 2019 ITA

Non conoscevo il gruppo laziale dei Falena e solo le note biografiche allegate al cd mi fanno sapere che “Una seconda strana sensazione” è già il loro terzo album in studio. L’esordio “Impressioni” è addirittura datato 2007, mentre il successivo “L’idiota” è del 2013. Dopo i “canonici” sei anni di attesa, la band si ripresenta con un concept album improntato sulla figura del Sig. F., un anti eroe dalla personalità complessa.
I Falena sono un quintetto che annovera Emiliano Sellati alla voce, Alessandro Fusacchia alle chitarre, Marco Peschi alle tastiere ed al flauto, Andrea Trinca al basso ed infine Rossano Acciari alla batteria. Un booklet esaustivo con liriche e disegni in bianco e nero completano il biglietto da visita della band.
Un lavoro profondamente “italiano” non solo per i testi, ma anche per la tradizione musicale a cui si ispira (Le Orme ed altri bei nomi del pop italiano dei seventies…), mostrando una buona personalità nel rivisitare ed attualizzare quel sound storico. Al centro delle composizioni (delle 14 dell’album) una costante ed apprezzabile ricerca melodica a cui si aggiungono interventi solisti di ottima fattura. Apprezzabile anche la voce di Sellati che in qualche occasione ricorda quella dell’ex (?) Orme, Aldo Tagliapietra. Un album che scorre in modo assolutamente piacevole con i synth e le tastiere in generale, tasselli portanti di quasi tutte le composizioni anche se non mancano i ricami delle chitarre di Fusacchia.
Proprio l’omogeneità è l’aspetto più rilevante e caratteristico di “Una seconda strana sensazione”, tanto che risulta difficile citare uno o più brani che si facciano preferire rispetto ad altri. Proviamoci comunque. Senza dubbio “Un mite inverno”, variegato brano che nel refrain ricorda le Orme, seppur meno “spirituali”, con un bel “punch” appena alleviato da qualche intervento del flauto di Sellati, mentre Peschi ci regala il primo di notevoli saggi di bravura alle tastiere. Aggiungiamoci “Passaggio” con la chitarra acustica, il flauto e bei duetti chitarra-tastiere prima che il brano si chiuda ancora nel modo sobrio con cui era iniziato. Ed infine “Sete”, il pezzo più lungo della raccolta, dalle calde sonorità vintage, quasi hard rock e con uno squisito intervento del flauto che lo rende ancora più coinvolgente.
Un lavoro convincente, quindi, e senza evidenti punti deboli: uno sguardo al passato, uno al presente e, speriamo, anche al futuro… Per il momento andiamo a recuperare e ad ascoltare i primi due album del gruppo…



Bookmark and Share

 

Valentino Butti

Collegamenti ad altre recensioni

FALENA L'idiota 2014 

Italian
English