Tra pop, rock, cantautorato, progressive e indie gli Utveggi sfornano questo dischetto di trentuno minuti e mezzo contenente nove brevi brani che, lo diciamo subito, lasciano una buonissima impressione. In questo lavoro la band sembra quasi voler operare una “decostruzione” di mezzo secolo di pop italiano, allontanandosi da certi aspetti che possono sembrare un po’ seriosi e pronti a prendere e a prendersi in giro. I riferimenti ai cantautori si sprecano (basta anche solo leggere i titoli dei brani), passando per Lucio Battisti, Fabrizio De Andrè, Angelo Branduardi, Claudio Lolli, Vasco Rossi e saltando a quelli in voga oggigiorno. Gli Utveggi ne hanno davvero per tutti e i testi, chiaramente elemento importante in un simile contesto, sono diretti, tra provocazione, ironia (e autoironia) e sberleffo. Ma non dovete pensare ad un gruppo demenziale, tutt’altro! Diciamo, piuttosto, che riescono ad affrontare certi argomenti con leggerezza e provocazione, mostrandosi pungenti e capaci di raccontare molto bene quelle che loro stessi descrivono come “piccole storie d’umore, tragiche o a lieto fine, scanzonate e un po’ canzonatorie”. E la narrazione avviene attraverso riff incendiari, chitarre graffianti, sound spesso ruspante e per lo più volto all’immediatezza, canto teatrale che varia a seconda della storia da raccontare. Gli elementi prog si avvertono principalmente con caratteristiche che spesso si affacciano nel genere che trattiamo sulle nostre pagine, con cambi di tempo e di atmosfera, soluzioni stravaganti e non convenzionali, la ricercatezza degli arrangiamenti e qualche incastro strumentale un po’ più particolare. Qua e là sembra di avvertire lo spirito dei Picchio dal Pozzo, ma è un paragone da prendere molto con le molle, perché nel complesso stile e obiettivi del quintetto palermitano sono completamente diversi. Potremmo magari tirare in ballo Elio e le Storie Tese e la loro capacità di agire ad ampio raggio da un punto di vista stilistico, anche se nella proposta degli Utveggi ci sono meno tecnicismi e meno comicità. Queste nove canzoni d’umore lasciano comunque piacevoli sensazioni e mostrano un gruppo maturo e che sa il fatto suo; se vi va di provare qualcosa di diverso provate a dare una chance a quest’album.