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Il nostro tastierista, non c'è che dire, sta dimostrando sempre più di saperci fare: nonostante le uscite discografiche siano così ravvicinate (questo è il suo terzo album ed è in uscita a un anno di distanza dal primo), lo troviamo in continua evoluzione e senza scadimento d'ispirazione. Avvalendosi inoltre di ospiti di qualità (soprattutto Dea, eterea voce soprano, prestata per l'occasione dai Pharsalia). "Antiche impressioni" è una dichiarazione d'amore ed un omaggio alla terra d'origine di Doracor, un paese famoso in tutto il mondo per i buongustai: Amatrice. Tra i solchi di quest'opera (una sorta di suite divisa in tre parti, e successive suddivisioni) possiamo trovare tracce dei Genesis del 2° periodo (75/77), qualche accenno alle Orme, ma è indubbia l'ammirazione per un certo prog a stelle e strisce (North Star, Zazen e Starcastle). Le cose migliori le troviamo nella III parte: un'apertura cortigiana ci conduce ad una bella evoluzione di suoni dove la batteria elettronica sembra umana; Massimo Farina (buona la prova vocale) graffia con la sua sei corde, mentre Dea lancia dal regno di Asgard vocalizzi da brivido. Musicalmente siamo vicini a "Bilbo" di Pär Lindh. La sottotraccia "Nuova stagione", grazie al supporto di Marco Fedele, sembra strappata dalle pagine soliste di Ant Phillips, ma con "L'ultimo volo di rondine" torniamo a solcare le terre di Bill Clinton.
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