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LARD FREE Lard Free Cobra 1977 (Replica Records 2022) FRA

Questo omonimo album è l’ultimo della discografia dei Lard Free che comprende un totale di 3 dischi in studio più un’opera postuma (tutti ristampati con cura su vinile dalla Replica Records), ma non rappresenta la fine della carriera artistica del suo poliedrico leader, il compositore, batterista e multi strumentista Gilbert Artman, che già nel 1976 aveva messo in piedi gli Urban Sax, la big band di soli sassofoni che sognava fin dal 1973.
Nonostante le nuove idee che passavano per la testa di Artman in un periodo complesso che vedeva la coesistenza di due ambiziose realtà musicali, questo disco non ci sottopone a nessuno sbalzo stilistico rispetto al recente passato ma, anzi, rappresenta il perfezionamento di quanto già proposto nel precedente “I’m Around About Midnight” risalente ad un anno prima. Fanno parte del gruppo, ormai quasi integralmente rinnovato, il chitarrista Xavier Baulleret, il tastierista Yves Lanes, Jean-Pierre Thiraut dei Mahjun al clarinetto e ovviamente Gilbert Artman, anima pulsante di tutto il progetto, alla batteria, organo, piano, sintetizzatore ARP e vibrafono.
Il disco, uscito per la Cobra, sottoetichetta della Cezame dedicata alle uscite più avanguardistiche, si compone di due lunghe composizioni della durata di circa 17 minuti ciascuna, ognuna delle quali piazzata ad occupare un intera facciata del supporto in vinile. Sul lato A troneggia l’inquietante “Spirale Malax”, un groviglio di visioni elettroniche su cui si stagliano contorsioni chitarristiche aggrovigliate e Frippiane con elementi ritmici ripetitivi e rudimentali, talvolta dai riflessi industriali, che alimentato sensazioni di ansia ed ossessività. I contenuti sonori sono volutamente disturbanti e laceranti, spingendo l’ascoltatore a riflettersi nella parte più buia del proprio inconscio in una spirale negativa di emozioni ancestrali. Il lato B è invece occupato da “Synthetic Seasons”, una ambiziosa suite in 3 movimenti dal sapore fantascientifico, in cui le visioni elettroniche ed industriali si mescolano astutamente ad elementi jazz anarchici ed aperti a creare un magma multiforme ed instabile di ritmi, sensazioni e visioni. Vi sono momenti in cui i suoni prendono corpo ed emergono elementi cameristici minimali dal taglio avanguardistico, visioni Zeuhl e frammenti melodici struggenti in grado di materializzare turbamenti della psiche e drammi interiori in un turbinio di sensazioni strazianti e non prive talvolta di una perversa dolcezza.
E’ evidente che i Lard Free raggiungono con questa opera complessa ed audace, che si avvale peraltro di un ottimo lavoro in studio, il loro vertice espressivo e purtroppo la fine della propria carriera artistica. Nell’ultima fase della sua vita il gruppo cambierà spesso formazione con musicisti diversi ad ogni nuovo evento dal vivo per poi ridursi ad un semplice duo con il ritorno del sassofonista Philippe Bulliet. Nel Maggio 1978 i Lard Free si fondono infine con i Camizole per quelli che saranno, per entrambe le formazioni, gli ultimi 4 concerti. Non si tratta di un disco per tutti ma senza dubbio questa ristampa potrà rappresentare la giusta occasione per misurarsi con questa realtà musicale che ha fatto la storia dell’underground d’avanguardia francese.



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Jessica Attene

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