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LA CRUNA DEL LAGO Schiere di sudditi Consorzio ZdB 2022 ITA

Il fatto che la presentazione dell’album di questa nuova band si sia tenuta a Milano mi aveva inizialmente fuorviato sulla sua provenienza… scoprendo solo in seguito di avercela praticamente… sotto casa. La Cruna Del Lago infatti è una formazione senese, anche se “di provincia”, i cui musicisti, malgrado la recente formazione del gruppo, non sono tuttavia di primo pelo, a partire dal tastierista e vocalist (nonché autore delle liriche e dell’artwork) di esperienza Carmelo Arena (presente nella nuova formazione del Rovescio Della Medaglia). Completano la band Pino Polistina (chitarre, anch’egli col RdM), Matteo Tuci (basso) e Andrea Bruni (batteria).
Al di là dell’evidente gioco di parole, il nome del gruppo racchiude innanzi tutto una sorta di visione filosofica che viene brevemente spiegata dalla band stessa: “Il lago evoca una situazione statica e confortevole, ma al tempo stesso schiava della sua stessa quiete. […] Un comodo confine dentro al quale il timore ha già relegato la maggior parte degli individui. La Cruna esprime l'idea di uscire dalla staticità per affrontare l'ignoto”. Da questa premessa viene quasi naturale il carattere e l’umore generale delle 8 canzoni contenute in questo primo album. “In una sorta di viaggio spaziale la musica rappresenta il propellente, le parole costituiscono la navicella. Non esiste ovviamente un viaggio senza rischio, ma questo viaggio è l'unico possibile”.
Dal brano d’apertura “Giostra” è stato tratto un video e rappresenta in effetti la presentazione della visione particolare della band, sia concettuale che musicale. Si parla di un Prog dalle tinte abbastanza hard ma con grande uso di tastiere, con atmosfere più rarefatte che si alternano a potenti riff di chitarra. Il cantato, che in questo brano impiega quasi tre minuti a farsi sentire, è caldo ed espressivo ma non onnipresente, lasciando alle parti strumentali il giusto spazio, senza affogarle con liriche eccessivamente verbose. Musicalmente ci si muove inizialmente tra PFM, Alphataurus, Biglietto Per l’Inferno, EL&P… per spostarsi via via verso krautrock e hard rock psichedelico. La band infatti sembra cercare di non ancorarsi eccessivamente ad un modello specifico. Certo… una proposta comunque un po’ manieristica e retrograda, si dirà, ma francamente devo dire che non mi è capitato molte volte, durante gli ascolti dell’album, di trovarmi ad affrontare situazioni di già sentito.
Le canzoni hanno durata piuttosto omogenea e nessuna spicca prepotentemente sulle altre; certo, la già citata “Giostra” ha un appeal immediato per chi ama sonorità Prog classiche, ma poi arriva la dolce e quasi melliflua “Illogica Distanza”, episodi quasi ambient e sperimentali quali lo strumentale “Interludio” e la successiva “Elettrodrama”, e poi la più aggressiva, ma non certo lineare, “Stato” (presente anche come radio edit). Chiude l’album vero e proprio “Acqua da Marte”, brano dal mood ossessivo ed oppressivo.
Un album interessante e lontano da facili banalità; apprezziamo senza dubbio la band per averci voluto proporre qualcosa che sia interessante da ascoltare e che facesse anche riflettere, con liriche che cercano di mantenersi lontane da convenzionalità insipide.



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Alberto Nucci

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