|
STRANGE HORIZON |
Beyond the strange horizon |
Apollon Records |
2022 |
NOR |
|
Dalla Norvegia un po’ di glaciale doom metal, non proprio una novità, ma giustamente a chi interessano le novità quando bisogna con orgoglio alzare gli scudi in difesa del vero metallo? Difesa ed attacco, direi, visto anche il tono fieramente belligerante dei testi nei confronti del conformismo e consumismo di massa. Il problema maggiore di “Beyond The Strange Horizon” sta nel fatto che le stranezze evocate dalla musica non ci portano sicuramente verso lidi progressive, se non qualche spiraglio strumentale orrorifico in senso dark prog... Poco importa, comunque, non fa mai troppo male farsi un po’ di ripasso con riletture arcane e un po’ vintage del verbo doom ispirato da foschi e leggendari gruppi come Saint Vitus, Pentagram, Count Raven, i più recenti Reverende Bizarre... ed ovviamente Black Sabbath, giusto per citare i più nomi più noti, nel booklet inoltre la lista di ascolti e ringraziamenti vari è anche piuttosto lunga ed esaustiva. Il sound degli Strange Horizon è quanto mai minimale, chitarra fuzzata sulla soglia del low-fi e sezione ritmica dovutamente primitiva; la formazione degli Strange Horizon è quella del classico trio chitarra e vocals (Stig V. Kviljo), basso (Christer S. Lindesteg) e batteria (Camilla W. Anfinsen), con l’aiuto di Bjorn Ognoy nei vari effetti sonori e produzione, hanno registrato il disco tra il 2020 ed il gennaio 2021 a Bergen... Inevitabilmente “Beyond The Strange Horizon” si è sviluppato nell’adorazione totale del culto doom senza compromessi ma pure, fortunatamente, senza privarci nello spirito di buone dosi di heavy/hard rock, speziato più o meno velatamente di psichedelia: infatti, come altri colleghi epigoni delle ultime generazioni, anche negli Strange Horizon accanto alla pesantezza del metallo si affianca un approccio tendenzialmente freak, quindi atmosfere certamente plumbee ma altrettanto fumose in senso “stupefacente”, nel culto ideale della cara vecchia “Sweet Leaf”... Il clima cupo degli inverni scandinavi viene comunque ben rappresentato e per tutto il disco aleggia un’atmosfera crepuscolare, fieramente epica ma anche decadente con un senso di disfacimento piuttosto rimarchevole... Gli Strange Horizon, hippies pagani adepti di un culto destinato a tramandarsi fino alla fine dei tempi, non avranno troppa difficoltà a fare proselitismo con questo disco, macabra celebrazione da scegliere in cd, LP nero od in tiratura limitata colorato arancione... Un bel vinile nero mi sembra ovviamente più appropriato!
|
Giovanni Carta
|