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YESTERDAYS |
Saint-Exupéry álma |
autoprod. |
2022 |
ROM/UNG |
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Giungono al quarto album gli ungheresi Yesterdays, con questo concept dedicato a Antoine de Saint-Exupéry e al suo celebre libro “Il piccolo principe”. Sono passati quattro anni da “Senki madara” e nel frattempo, oltre alle problematiche legate alla pandemia, il gruppo, che fa parte di un’etnia che risiede in Romania, ha dovuto fronteggiare anche la precoce dipartita del Enyedi Zsolt. Proprio a quest’ultimo si deve il titolo del nuovo capitolo discografico della band (“Il sogno di Saint-Exupéry”), così il leader e polistrumentista Bogati-Bokor Akos si è impegnato per portare a termine il lavoro che rappresenta anche un omaggio all’amico e collega scomparso. Siamo di fronte ad un’opera pienamente immersa nel rock sinfonico degli anni ’70, cosa favorita anche dall’utilizzo di un armamentario strumentale perfettamente in linea con quanto era a disposizione delle band dell’epoca, tra Mellotron, MiniMoog, organo Hammond e via dicendo… L’incipit “Rajzolj at” ci fa entrare subito nel pieno del disco, con un sound molto vivace e sicuramente debitore degli Yes. Se il gruppo di Jon Anderson e soci può essere visto come il riferimento principale, non mancano soluzioni in cui si possono notare più similitudini con i Genesis, con i Camel, o anche con i Gentle Giant. Sì, la crema del prog inglese e fonti di ispirazione davvero molto abusate. Eppure, questi riferimenti vengono comunque ben miscelati e ne viene fuori un’opera solida e omogenea, che non stanca mai nonostante la durata totale si avvicini all’ora e un quarto. Per molti il vertice del cd sarà rappresentato dalla suite “Esotanc”, che supera i venti minuti e mezzo. Qui ci troviamo al cospetto di tutto ciò che un appassionato di rock sinfonico può desiderare: dall’introduzione altisonante e misteriosa allo scoppiettante yessound dei primi minuti, dalle melodie vocali a quelle delineate dal flauto, dallo spettro di Tony Banks a assoli di chitarra moderni e ispirati, passando per cori gentlegiantiani, cascate classiche e sempre affascinanti di mellotron, momenti pacati e improvvise esplosioni, è un susseguirsi di emozioni che decretano la promozione dei musicisti su questa lunga distanza. Probabilmente la suite è davvero il top di “Saint-Exupéry alma”, ma bisogna riconoscere che gli Yesterdays mostrano in ogni composizione di saper costruire pagine sonore di spessore e di saper sorprendere l’ascoltatore in un campo che resta molto inflazionato. Gli stacchi improvvisi, i cambi di tempo e di atmosfera, le raffinate dinamiche tra momenti quieti ed altri più aggressivi, gli abili intrecci in cui fanno spesso capolino anche timbri acustici, quei suoni caldi sempre piacevoli… sono tutte armi che la band sfrutta nel migliore dei modi. Così, fanno bella figura anche alcuni momenti particolarmente melodici e vicini ad un pop-prog elegante. Aggiungiamoci una grossa cura per le armonie vocali, due ugole femminili che trasmettono serenità ed una produzione a regola d’arte, senza compressione, che permette di godere appieno della proposta del gruppo ed ecco che tutti i tasselli sono al punto giusto e completano un album che resta senza dubbio tra le più interessanti uscite del 2022 nell’ambito del prog si matrice sinfonica.
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Peppe Di Spirito
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