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VESA AALTONEN PROG BAND |
Studio live |
Svart Records |
2022 |
FIN |
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Quando si parla di musicisti che hanno animato la scena prog finlandese degli anni ’70, i primi nomi che saltano in mente sono di sicuro quelli di Pekka Pohjola e di Jukka Tolonen. Oltre ad essere figure cardine di due gruppi fondamentali quali Wigwam e Tasavallan Presidentti, entrambi sono presenti in un numero incredibile di dischi come session men, oltre ad essere autori di un percorso solista di indubbio valore. Non altrettanto famoso, ma sicuramente altra figura di spessore, il batterista Vesa Aaltonen è un personaggio che gli appassionati di progressive rock dovrebbero comunque conoscere bene. Anch’egli ha legato il suo nome a quello dei Tasavallan Presidentti, ma il suo curriculum è impressionante, vista la sua partecipazione ad una marea di album dei più svariati artisti, viaggiando tra prog, jazz, rock e pop. Nel 2021 Aaltonen ha avuto la bella pensata di raccogliere attorno a sé un po’ di collaboratori di fiducia, di riunire questo gruppo in studio per quattro giorni nel mese di aprile e di registrare in presa diretta il disco di cui vi parliamo e che si intitola semplicemente “Studio live”. In poco più di un’ora di musica, Aaltonen ci presenta insieme ai suoi compagni di avventura i riarrangiamenti di undici composizioni estrapolate da alcuni dischi in cui ha suonato, più una brillante versione “Peaches en regalia” di Frank Zappa. Manco a dirlo, il risultato è di squisita fattura. Ampio spazio è dato, ovviamente, ai Tasavallan Presidentti, con quattro splendidi brani e quel loro stile personalissimo e un po’ british, mescolando abilmente Traffic, Caravan, King Crimson e Colosseum e con gli agili interscambi tra strumenti elettrici e acustici in bella evidenza. Molto interessanti i tre estratti dall’album “Where do we begin” dei Made in Sweden: si passa dalle trascinanti sferzate funky di “Manhattan vibes” alla raffinata ballad “Sometimes”, per arrivare al solido pop-rock della title-track. Presenti poi una serie di pezzi risalenti alle sue collaborazioni con Pekka Pohjola, recuperando anche un episodio dal progetto The Group. In queste composizioni l’orientamento vira più verso un vibrante jazz-rock di grande classe, nel quale si abbinano alla perfezione tecnica e feeling. Questa è una caratteristica dell’intero album. Suonato egregiamente e supportato ulteriormente da una registrazione ottimale, “Studio live”, oltre ad offrirci una serie di pezzi da novanta, si avvale anche di un tiro che fin dalle prime battute riesce a coinvolgere in maniera totale l’ascoltatore. I nuovi arrangiamenti non stravolgono gli originali, ma siamo di fronte comunque ad una nuova veste che dona un tocco di colore in più. Il drumming di Aaltonen è ovviamente un punto di forza fondamentale e cattura bene l’attenzione; il suo stile sobrio gli permette di non strafare, di non andare mai sopra le righe e di non oscurare i suoi colleghi, ma si percepiscono costantemente classe, esperienza, capacità tecniche ed una preparazione fuori dal comune. Al suo fianco ha raccolto un gruppo di musicisti non da meno e in alcune tracce sono presenti anche il già citato Jukka Tolonen (che suona il basso e non la chitarra) e un altro “prezzemolino” della scena finlandese, Jukka Gustavson, impegnato alle parti vocali in cinque brani e all’organo in uno. Una vera e propria Prog Band, come indicato anche in copertina, capace di realizzare un gioiellino splendente, con rivisitazioni che regaleranno più di un brivido agli ascoltatori più esperti e che al contempo possono rappresentare un ottimo punto di partenza per chi non si è ancora avvicinato a dovere al prog scandinavo dei seventies.
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Peppe Di Spirito
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