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DIRECTION Ailes Unicorn Digital 2023 CAN

A dodici anni di distanza dal loro ultimo parto discografico, si riaffacciano sul mercato i canadesi Direction, con il concept album intitolato “Ailes”. Si tratta di un’opera che narra di un viaggio nello spazio che porta a qualche imprevisto poco piacevole. “Protocole” è un’introduzione suggestiva e pomposa, dalla forte indole classicheggiante, alla quale si abbinano gli annunci che precedono il volo, descritto poi da “Décollage”, con la chitarra elettrica a dare una scarica di adrenalina all’inizio, per poi lasciare il campo ad una parte più melodica quando arriva il cantato in francese. Si va avanti per quasi sei minuti tra accelerazioni e rallentamenti e si passa a “Contemplation”, dalle caratteristiche più delicate ed echi di quei Genesis che facevano incrociare le chitarre acustiche, con toni pastorali, adatti a descrivere l’impatto con il silenzio dello spazio. Proprio nel massimo momento di serenità ecco uno scossone dato dalla breve quarta traccia “Alerte”, con un annuncio del pericolo in agguato. Arrivano così gli oltre trenta minuti di “Risquer l’adieu”, che narrano le peripezie dei viaggiatori. La musica si fa subito più cattiva, con un hard prog che prende i Deep Purple e gli Uriah Heep e li catapulta in tempi moderni. È solo l’inizio di una composizione dalle molteplici sfaccettature, che per lo più mantiene questa potenza di fuoco, ma che, tra variazioni di tempo e di atmosfera, è pronta ad aprirsi a varie soluzioni. Affrontiamo interscambi tra chitarra e tastiere, passaggi acustici, la teatralità delle parti cantate, sonorità floydiane, ispessimenti del sound che si avvicina persino ai Rush e andando, a volte, anche al limite del metal, una bella sezione più legata al prog sinfonico e c’è spazio per qualche frase melodica più leggera. Una varietà che a volte cattura, ma che in alcuni frangenti evidenzia anche un po’ di stanchezza, facendo apparire come forzate alcune trovate dei musicisti. Il finale “Le salut” porta a conclusione il lavoro con due minuti e quaranta molto malinconici, all’insegna di una suggestiva e lenta marcia classicheggiante. Forse vogliosi di stupire dopo un po’ di annetti di silenzio, i Direction hanno messo per l’occasione troppa carne al fuoco, con il risultato che in “Ailes” la qualità è un po’ altalenante. I bagliori che calamitano l’attenzione non mancano, soprattutto per merito di intuizioni strumentali di un certo pregio. Anche certi timbri “sporchi” donano molto calore ed offrono momenti molto piacevoli. Di contro, segnaliamo una voce che si mantiene abbastanza monocorde, così come la sensazione che il gruppo tenda ad allungare il brodo più del dovuto in più di un’occasione, in particolare nella lunga suite. Siamo di fronte ad un buon disco nel complesso, che, tenendo conto dei pregi e dei difetti che abbiamo individuato, raggiunge con facilità un’ampia sufficienza. Ma forse è un po’ poco per stimolare l’appassionato verso l’acquisto, considerando l’enorme offerta di nuove uscite che contraddistingue il mondo del progressive rock degli ultimi anni.



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Peppe Di Spirito

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DIRECTION Est 2008 

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