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THE AEON The Baphomet dream Black Widow Records 2022 FIN

A cinque anni di distanza dal debutto “Song of the great beast” arriva la seconda prova discografica per i finlandesi The Aeon, con “The Baphomet dream”. La band si presenta a questo appuntamento in sestetto, con Almo Huikka (mandolino e scacciapensieri), Anna-Kaisa Kettunen (voce), Antti Saarilampi (basso, chitarra acustica 12 corde e tastiere), Lauri Sallamo (percussioni e una sorta di flauto tradizionale marocchino), Matias Tapanien (chitarra) e Malu Järvinene (violino, yaybahar, glockenspiel, backing vocals). Accanto a questo nucleo di base ci sono poi interventi di ospiti che arricchiscono il parco strumenti e segnaliamo la presenza di trombone, chitarra elettrica, uilleann pipes e violoncello. “The Baphomet dream” cattura immediatamente, grazie ad una serie di punti di forza che fanno davvero spiccare le qualità dei The Aeon. Innanzitutto ci sono le parti vocali che davvero caratterizzano molto questo lavoro. La Kettunen si esibisce in una prova magistrale e sa apparire allo stesso tempo seducente e indemoniata, rassicurante e inquietante. Inoltre c’è l’utilizzo di un’ampia strumentazione, che permette l’accostamento di suoni acustici ed elettrici e favorisce dinamiche particolari, regalando sorprese continue. Alla base troviamo un folk dalle tinte fosche, che si lega di volta in volta a elementi prog, gotici, psichedelici ed anche barocchi. La proposta del gruppo continua ad essere stravagante, seguendo un percorso la cui base potremmo individuare nei territori spianati da artisti quali Paul Roland, Comus, Third Ear Band, Incredible String Band, ma spingendo il tutto verso scenari nordici, mettendoci tanta personalità, melodie malinconiche e citando anche fondamentali autori di letteratura dell’orrore quali Lovecraft e Poe. “Tears of Atum”, che apre il cd, è una perfetta presentazione per la band: un folk rock oscuro, che inizia lentamente, ma cresce di intensità, con la voce femminile sugli scudi mentre chitarra acustica, violino e percussioni sembrano evocare un rituale sciamanico. E che dire dei nove minuti e mezzo della title-track? Una lunga e conturbante cavalcata folk-psichedelica, che crea un’atmosfera incredibile attraverso trame sonore che riescono a far convivere atmosfere scandinave e orientali e con i vocalizzi della Kettunen estatici come non mai. Il resto dell’album non si discosta molto da queste coordinate. Magari ci sono momenti più pacati che possono essere assimilabili a certe soluzioni folk proposte da Kari Rueslatten, ma con un alone dark e misterioso più marcato ed un pizzico di follia in più (“Witches’ sabbath” e “Dream within a dream”) e si segnala anche una “Orobas” che è più ritmata e diretta e forse per questo risulta anche l’episodio un po’ meno riuscito. Ci sono anche un paio di brevi strumentali onirici che fungono da raccordo tra un brano e l’altro, fatto sta che nel complesso “The Baphomet dream” si mostra solido e omogeneo e riesce ad emanare un fascino cupo. Un'altra gemma oscura arricchisce il catalogo della Black Widow e sicuramente finirà in molte collezioni di amanti del sound dark e misterioso.



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Peppe Di Spirito

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