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EPHEMERAL Guiding ghost Elevate Records 2022 ITA

Questo è l’album di debutto per gli Ephemeral, giovane band romana, fondata nel 2018 come Floating Minds; è del 2021 la decisione di cambiare il nome in quello attuale (…e speriamo che il nuovo nome non sia troppo indicativo sul loro prosieguo…). Il quartetto è composto da Arianna De Lucrezia (basso e voce), Gabriele Catania (tastiere), Francesco Ciancio (chitarra) e Matteo Morini (batteria).
“Guiding ghost” è formato da 7 canzoni, anche se le ultime due sono le due parti di una sorta di suite che raggiunge la durata totale di 16 minuti, che iniziano con le note jazz/funky di “Deep Blue”. Ben presto il brano prende quota e, pur mantenendo una base jazzy, si sviluppa come un gradevole brano rock, con buoni cambi di tempo, un groove coinvolgente ed un cantato che, per quanto non particolarmente ricco di personalità, è comunque apprezzabile per tonalità e pronuncia inglese ed altresì non troppo invadente. La successiva “Lock’em Out” presenta in avvio ritornelli catchy e quasi pop ma, per contro, ha momenti strumentali interessanti e melodie abbastanza complesse che la arricchiscono. “Inky Eyes” ha connotati più calmi e soffusi e anche la voce abbassa la sua tonalità; una chitarra acustica dalle sonorità ispaniche caratterizza la parte centrale del brano, col solito apprezzabile intermezzo strumentale. Interessante il finale in cui le tastiere e voce costruiscono atmosfere tipicamente Prog. Nello strumentale “Freddy” basso e batteria si producono nuovamente in ritmiche funky, per un brano di riposo e di alleggerimento, in attesa di entrare nella seconda parte dell’album.
La breve “Into the Ether” è anch’essa strumentale e funge da introduzione alla suite finale, anche se non va certo per questo sottovalutata: brano calmo e caratterizzato da una bella melodia di piano, riesce a creare un’atmosfera calma e tranquilla ma di vigile attesa. Le sue ultime note sfumano e parte la title track, nei 10 minuti della sua prima sezione. Le note più tipicamente Progressive rock giungono alfine a farla da protagonista, coadiuvate dalle linee di canto di Arianna che creano sensazioni quasi magiche e ricche di pathos. La musica sembra quasi fermarsi mentre la sua voce sembra quasi declamare formule magiche incantatrici ma poi arrivano le parti strumentali a guidarci in una musica che potremmo talvolta quasi catalogare come new Prog, se proprio necessitassimo di trovarle un’esatta collocazione. La seconda parte della suite (di soli 6 minuti), che risulta sì fisicamente separata dalla prima, si presenta comunque abbastanza simile dal punto di vista musicale, trascinandoci piacevolmente verso il finale di questo album molto piacevole e soprattutto molto promettente, considerata la giovane età dei quattro musicisti. Confidiamo vivamente che questa band riesca a non perdersi per strada e che non si riveli, per l’appunto, un episodio effimero…



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Alberto Nucci

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