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SUD ARKE’ Direzione Sud vol. 1 Ma.Ra.Cash Records 2022 ITA

Il polistrumentista e compositore Pas Scarpato già con i Malaavia aveva improntato un progetto all’insegna della contaminazione di diverse culture e linguaggi sonori, con le sue radici partenopee ben in evidenza. Questa sua ricerca prosegue con una nuova avventura denominata Sud Arkè, attraverso la quale focalizza ancora di più l’attenzione sui suoni e i colori dell’Italia Meridionale, creando una nuova mescolanza tra tradizione, rock, folk, funk e jazz. È un percorso movimentato e ritmato, tra tammurriate e tarantelle, ma che non manca di attente riflessioni che vedono protagonista assoluto il popolo del Sud: dalla malinconia derivante dall’abbandono della propria terra alle condizioni dei braccianti, si passa anche alla vitalità dei mercati e dei vicoli caratteristici, toccando tanti altri aspetti, come quello sempre attualissimo dei migranti. E durante l’ascolto di questo disco sembra quasi di essere trasportati in quei luoghi rumorosi, ma accoglienti, di sentire certi odori e sapori, di avvertire quasi, per quanto possa sembrare banale, la brezza del mare. La musica tende a mantenersi sempre vivace e prova a rinverdire i fasti della seconda metà degli anni ’70, quando i vari Pino Daniele, Toni Esposito, Napoli Centrale, Tullio De Piscopo e gli stessi Osanna animarono un movimento brillante e orgoglioso delle proprie origini. Non è un caso che per “Direzione Sud vol. 1” sia stato scelto anche l’utilizzo del dialetto napoletano per le parti cantate. Forse chi ha origini meridionali può cogliere maggiormente il discorso dei Sud Arkè, soprattutto a livello testuale, ma le commistioni musicali trovate da Pas e compagni hanno un che di universale. Pas, che si esibisce con chitarre, tastiere e voce, si circonda di musicisti preparati, a partire dal bassista Nello D’Anna, reduce da una lunga esperienza con gli Osanna, che insieme a Guido Locatelli forma una sezione ritmica che guida alla perfezione questo cammino in direzione Sud. Una serie di voci femminili si alterna nell’interpretazione dei nove brani dell’album e altri collaboratori sono presenti a dare una mano. I brani sono per lo più concisi e diretti, ma costruiti in maniera elegante ed efficace, denotando un buon lavoro di scrittura alla base e con arrangiamenti eleganti e ingegnosi che insieme ai momenti solistici fanno apprezzare molto l’apporto strumentale. Qualche soluzione più riflessiva è adottata solo nei due pezzi dalle tematiche più tormentate e ispirate dai viaggi dei migranti, “Senza pensieri” e “Fenesta a mmare”, quest’ultima coinvolgente barcarola, che chiude nel migliore dei modi l’album. Non tutto è perfetto, come la scelta del rap in “Vico Sisina”, o il fatto che qualche cantante non sembra esattamente a suo agio con il napoletano (ma qui, forse, solo i “madrelingua” lo noteranno). Anche a livello di registrazione e di missaggio l’impressione è che si poteva operare meglio, ma il risultato finale è ampiamente soddisfacente e accogliamo con molto favore questo nuovo percorso di contaminazione di Pas e soci. E rimaniamo, con curiosità, in attesa del volume 2.



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Peppe Di Spirito

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