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HONEYVEIN Honeyvein Apollon Records 2022 NOR

Honeyvein è il moniker di Bastian Veland, il cui nome ricorderà qualcosina ai frequentatori del prog scandinavo, infatti insieme al cugino Sondre Veland (batterista anche dei Major Parkinson) aveva inciso due dischi con gli Ossicles oltre a frequentare gli space/psych rockers Dobbeltgjenger.
A dire il vero questo Honeyvein sembra più un simpatico divertissement electro pop-rock con poca o nulla intenzione di cimentarsi con il prog, siamo infatti in zona Nine Inch Nails, Goldfrapp con qualcosina di Tame Impala. Quindi musica di cinetico intrattenimento più o meno spensierato, perchè se i riferimenti musicali a Trent Reznor sono evidenti purtroppo non viene condivisa l'estetica cyber-gotica apocalittica dei migliori NIN e manteniamo le debite distanze da tentazioni sperimentali: rimaniamo comunque appunto su livelli di intrattenimento accettabili ma che non scavano troppo in profondità.
Disco inciso quasi in completa solitudine DIY se non con l'apporto del cugino Sondre in un paio di brani, le vocals nel brano di chiusura del Dobbeltgjenger Vegard Wikne, e soprattutto la presenza costante della cantante Lydia Haugan Helland, Honeyvein con i suoi dodici brani procede senza troppi fronzoli verso un pop rock moderno, piacevole ed ironico, con testi intelligenti e un discreto tiro che rende l'ascolto abbastanza scorrevole; almeno per questo cd (od immancabile LP in tiratura limitata) la musica di Honeyvein sembra rigettare quanto di interessante aveva fatto Bastian Veland nelle sue esperienze passate con gli Ossicles, specialmente quando si cimentavano in un intrigante crossover tra il tipico "soft prog" di derivazione scandinava ed una sensibilità quasi electro fusion, in effetti sarebbe stato interessante per Honeyvein anche in questo caso una propensione ad aprire i confini verso soluzioni creative e singolari e meno legate alla tipica forma canzone...
Volendo comunque rimanere in ambito synth-electro pop/rock, Honeyvein potrebbe conferire un tocco di oscurità in più alla propria musica, visti i precedenti Veland ha sicuramente le potenzialità per riservarci nel futuro prossimo qualche interessante sorpresa... Per adesso rimaniamo senza troppi problemi nella piena sufficienza, sempre tenendo conto del genere, e un punto in più per la simpatica copertina in stile Tintin!



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Giovanni Carta

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