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SCARLESS Czekając... Lynx Music 2023 POL

Il New Prog non è morto…. Anche se ormai la resistenza è affidata a pochi gruppi sparsi qua e là… solo alcuni dei quali residenti nel Regno Unito. La Polonia è da sempre piuttosto ricettiva per questo sottogenere musicale e non stupisce quindi che periodicamente escano album che si rifanno, almeno in quanto ad ispirazione primigenia, a Marillion, Pendragon e compagnia bella.
Per i cinque membri del gruppo il Prog, e i Marillion in particolare, non è che uno dei tanti interessi musicali, venendo quasi tutti da esperienze in ambito metal, punk, funky, gospel… ad eccezione del chitarrista Janusz Głowacki, l’unico ad essere pienamente addentro all’argomento e, non a caso, leader della band. Gli altri suoi compagni di viaggio sono Tomasz Zarzycki (basso), Adam Wątły (batteria), Marcin Perguł (tastiere) e la cantante Gaba Latak.
L’album è piuttosto breve, appena 35 minuti, e questo non è necessariamente un male. Fin dall’iniziale “Niespełnione Sny” veniamo proiettati in pieni anni ’80, in qualche fumoso pub inglese dove uno dei tanti gruppetti di new Prog si esibivano per qualche birra e poco più. Ah…. se non fosse per il cantato in polacco, ovviamente, cosa che dà un tocco particolare alle atmosfere che vengono create. Pendragon… i primi Marillion… ma anche Tamarisk, Janison Edge, Landmarq… sono nomi che ci vengono alla mente grazie alle sonorità, alla languida ed evocativa chitarra (rotheryana ovviamente) di Janusz, al cantato di Gaba che cerca continuamente di massimizzare la propria espressività, non sempre riuscendoci peraltro.
Gli appassionati del genere non potranno che essere attratti da queste cinque canzoni che si mantengono tutte su livelli abbastanza uniformi, senza punte di diamante ma anche senza cadute qualitative. Potremmo però indicare nella traccia centrale “Czarna Góra”, la più lunga nonché quella da cui la band ha ricavato un video, come quella su cui puntare di più per presentare la band stessa. Il brano non ha però secondo me alcun quid in più rispetto, per esempio, alla ben più brillante traccia d’apertura (“Niespełnione Sny”) o alla conclusiva “Słońce Znów Wschodzi”…. la quale però strizza un po’ troppo l’occhio ad alcune sonorità alla “Misplaced Childhood” e questo non può passare inosservato.
Un album divertente, comunque, che non può che avere un target di ascoltatore ben preciso ma che riesce a non deludere, ad intrattenere, anche se un po’ troppo in maniera nostalgica, pur nella sua breve durata.



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Alberto Nucci

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