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IL SISTEMA Il viaggio senza andata Mellow Records 1991 (Mellow Records 2023) ITA

Pur non avendo pubblicato alcun disco negli anni di attività tra il 1969 e il 1971, possiamo definire il Sistema un gruppo seminale, sia perché in quel periodo praticamente nessuno in Italia suonava come loro, sia perché dalle loro ceneri nacquero poi le avventure fantastiche di Museo Rosenbach e Celeste. Ad ogni modo le registrazioni del Sistema furono recuperate e pubblicate dalla Mellow Records nel 1991 con il titolo “Il viaggio senza andata”, in doppio vinile e singolo cd, con scalette leggermente differenti. Da tanti anni fuori catalogo, l’album viene ora riproposto dopo un processo di rimasterizzazione che ha decisamente giovato al suono, molto migliorato rispetto alla prima versione (anche se, bisogna ricordarlo, non si è potuto fare un miracolo, considerando che l’incisione di base soffre dei mezzi non al top dell’epoca). In questo cd uscito nel 2023 vengono riproposte dodici composizioni che fanno nuovamente capire perché questa band deve essere tenuta così in considerazione. Lavorando inizialmente in quartetto, con Luciano Cavanna (basso, chitarra elettrica, flicorno, voce solista), Enzo Merogno (chitarra elettrica), Ciro Perrino (batteria, flauto, voce) e Floriano Roggero (organo Hammond e organo Thomas), poi in quintetto nell’ultimo anno di attività con l’aggiunta di Leonardo Lagorio (sax, flauto, piano Farfisa), il Sistema offriva una proposta suggestiva, grazie all’ampia strumentazione e a brani costruiti in maniera particolare, che mostravano tutta la voglia di sperimentare nuove strade sonore. E il risultato è anche decisamente originale. Certo, le influenze di certi contemporanei britannici si avverte, tra echi di Nice, Atomic Rooster e Deep Purple, ma il gruppo sanremese è riuscito comunque a seguire un percorso proprio. Un percorso nel quale è chiaro il momento di felice ispirazione, tra ricami classicheggianti, melodie mediterranee, pulsioni psichedeliche, improvvisazione, voglia di sperimentare e divagazioni jazz. A fare la parte del leone è spesso l’organo Hammond, ma sono continui gli interscambi con le chitarre e i fiati, supportati da una sezione ritmica al contempo solida e agile. Così, durante l’ascolto, incontriamo il rifacimento della celebre “Una notte sul Monte Calvo” di Mussorgskij, pezzi ad ampio respiro che permettono ai musicisti di lanciarsi in soluzioni strumentali variegate e brillanti (“Il viaggio senza andata”, “I pensieri del mattino”, “Free system”), elementi sinfonici che si mescolano con hard rock, anticipando tanto prog italiano degli anni a venire (“Dinamica e cibernetica”, “Sangue sulle ruote” e “Gladiatoria”, quest’ultima poi ripresa in futuro dal Museo Rosenbach), con un paio di canzoni più dirette, ma pienamente immerse nella voglia di guardare avanti del Sistema (“Donna cieca” e “La balena”). Menzione a parte per una “Lugubre” dai connotati dark che porta in pieno horror rock con il basso ossessivo, vertiginose cavalcate strumentali ed uno stravagante assolo di batteria, e la raffinata “Flautando”, dove, intuitivamente, è il flauto ad emergere come elegante protagonista, ben supportato dalle tastiere, richiamando anche un po’ certe colonne sonore dei “poliziotteschi” di quegli anni. “Campo 11”, infine, porta a conclusione l’album con quasi otto minuti caratterizzati da una forte spinta verso la sperimentazione e l’avanguardia. Un documento che ancora oggi è da riscoprire, non solo per l’enorme valore storico che testimonia come questi musicisti siano stati veri pionieri del prog della nostra penisola, ma anche per l’indiscussa bellezza della musica e non possiamo che elogiare l’operazione di questa ristampa, che, oltre a permettere una nuova “riscoperta”, potrà colmare un vuoto per gli appassionati che si erano persi la prima edizione.



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Peppe Di Spirito

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