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LUCA DI MARTINO Il richiamo e l'abbandono 802 Records 2023 ITA

Il chitarrista palermitano, nel complesso, con questo lavoro pubblica la sua sesta fatica solista, compreso il tributo a Fausto Mesonella degli Avion Travel (purtroppo deceduto nel 2017). Proprio come già fatto dal suo illustre collega, Di Martino qui suona la chitarra acustica, tenta di estrapolarne tutte le potenzialità e si accompagna con un loop pedal che di volta in volta crea effetti, anche percussivi. Tutto avviene comunque in maniera pacata, appena accennata, per quella che negli intenti dichiarati è la ricerca dell’anima umana. Un abbandono transitorio, che col suo distacco dai luoghi di appartenenza, e soprattutto dalla frenesia quotidiana, possa poi riportare a sentire il richiamo interiore. Già chitarrista ed autore anche dei testi nei Vorianova, Di Martino è stato sia ideatore che Direttore artistico della rassegna internazionale “Isnello Guitar Festival”; appassionato del succitato Mesonella e di artisti evocativi come Ralph Towner e Pat Meheny, l’artista siciliano sfrutta un certo tipo di minimalismo per percorrere nuovi sentieri creativi, un po’ come fatto da Franco Mussida sui lavori a proprio nome. Vi sono sicuramente dei punti di contatto con l’ex chitarrista della PFM, ma è chiaro che questo lavoro potrà essere quasi esclusivamente d’appannaggio dei veri amanti di tale proposta, che qualcuno ha voluto definire fusion.Il suono della risacca contribuisce a rendere sicuramente suggestiva l’iniziale “Mare di naufraghi”, che però non possiede una connotazione drammatica come ci si potrebbe attendere. È senza dubbio un esempio di contemplazione, come lo saranno i brani a seguire, che andranno molto bene per rilassare la mente. Composizioni più articolate risultano essere “Luce” e la conclusiva “In due”. Quest’ultima, come da titolo, comincia con due chitarre in sovraincisione, di cui una suona un po’ più “elettrificata”, sparendo però molto presto. In alcuni tratti potrebbe apparire la figura di Roberto Ciotti, impegnato nelle parti più pacate della colonna sonora di “Marrakech express”, ma si tratta comunque di attimi fugaci.
Disco rilassante, come si è già detto. Lo apprezzerà chi cerca musica per questo specifico scopo e chi, alla ricerca di sana lentezza, vorrà sedersi a guardare l’orizzonte per una trentina di minuti, senza essere disturbato dalla frenesia di un mondo che ha fin troppa fretta di arrivare non si sa bene dove.



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Michele Merenda

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