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VITTORIO NISTRI / FILIPPO PANICHI |
Vittorio Nistri - Filippo Panichi |
Snowdonia |
2024 |
ITA |
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Questo disco realizzato insieme dalla coppia Nistri-Panichi è un lavoro che non è stato facile da realizzare per via di vicissitudini dolorose intercorse negli ultimi anni, rielabora momenti personali e riflessioni di un periodo carico di paure, tensioni ed incertezze, personali e collettive, alla ricerca di spiragli di luce e speranza. Abbiamo già conosciuto Vittorio Nistri con i Deadburger, eclettico ed imprevedibile gruppo alternativo aperto a mille influenze, mentre il chitarrista underground Filippo Panichi opera in zone più radicali di ambient, musica sperimentale ed elettroacustica, qui alla loro prima esperienza in un formato che si potrebbe definire a tutti gli effetti d'ensemble, termine appropriato per la musica qui proposta, composizioni minimali da camera prevalentemente suonate in una creativa modalità "low cost" con micro sintetizzatori, strumenti autoassemblati, chitarra e quintetto cameristico. Prodotto dalla Snowdonia, con il suo feeling un pò stralunato tipicamente "snowdoniano", il cd raccoglie nove brani strumentali che orientano l'ascoltatore alternativamente verso ambientazioni fredde ed aliene oppure più intimamente urbane e notturne, talvolta astratte ed avanguardistiche oppure bizzare e dal taglio quasi cinematografico d'autore; ensemble perchè oltre al duo Nistri-Panichi si uniscono amici musicisti di estrazione jazz e classica, con alcune vecchie conoscenze dei Deadburger come la contrabbasista Silvia Bolognesi, la violista Giulia Nuti ed il sassofonista Enrico Gabrielli. Non si fanno segreti sugli "spiriti-guida" (come definiti dagli autori stessi) che hanno diretto l'ispirazione per quest'album, dall'avanguardia di Egisto Macchi a Brian Eno, per passare da Robert Wyatt ai Tuxedomoon, il feeling del disco è piuttosto legato ad una certa estetica "Crammed" a pensarci bene, Tom Waits, John Zorn, Erik Satie, Nino Rota ecc... Una lista sterminata che si realizza oltrepassando i confini tra improvvisazione e musica scritta. Di questo lavoro mi piace in particolare l'abilità di esplorare ed eviscerare dal nulla suoni ed effetti, campionamenti illustri oppure piccoli rumori e glitch che nel loro insieme conferiscono ai brani quel mood che evoca un'atmosfera particolare di mistero sospesa nel tempo. Il clima è piuttosto austero ed allo stesso tempo arioso e stravagante, con i momenti migliori che si evidenziano nei pezzi in cui le sonorità acustiche e le melodie degli strumenti "reali" incontrano con delicato equilibrio i più fantasmagorici suoni dei synth. Pensando alla passata produzione di Vittorio Nistri questo disco si potrebbe considerare come un diretto discendente di un certo discorso musicale che era stato apero nella "Fisica Delle Nuvole" dei Deadburger Factory, qui portato alle più minimali estreme conseguenze. Non a caso i due estremi di questo disco, l'apertura de "Il Faro di Schrödinger" momento che più si avvicina all'elettronica di stampo kraut ed alle suggestioni di "fantarealismo" urbano dell'Eno di metà anni settanta in aria berlinese, e la placida chiusura per archi, synth e field recordins di "Prove Tecniche Di Solitudine", sono una buona rappresentazione del disco nella sua totalità. Come in ogni produzione Snowdonia, anche qui troviamo un libretto ricco di informazioni preziose e folkloristiche curiosità socio-antropologiche, con riferimenti all'attuale situazione della Transnistria, luogo che autenticamente potrebbe essere scenario di qualche ambientazione sci-fi distopica, in cui gli echi di un passato ideale utopistico sono piegati al totale dominio oligarchico; consiglio la versione in doppio vinile, più che altro per apprezzare al meglio i dettagli dell'artwork realizzato dal pittore Beppe Stasi, e a tal proposito mi sembra giusto citare le note del libretto: ...appannaggio della pittura "handmade" e non di quella generata dalla A.I. In analogia alla musica 100% umana e "artigianale" dell'album.
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Giovanni Carta
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