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ARISE FROM THORNS |
Before an audience of stars |
Dark Symphonies |
2000 |
USA |
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Presso la label americana Dark Symphonies sono accasati questi Arise From Thorns, che stilisticamente non presentano discrepanze col monicker della casa discografica stessa. Il CD, ancorché piuttosto originale nella scelta delle sonorità, propone infatti un dark progressivo dal gusto maliosamente rétro, ma pure dotato di quell'appeal necessario per piacere al pubblico odierno. Sfuggono, ed è un bene, richiami troppo netti a gruppi noti del passato; se proprio un nome lo si vuole fare, allora è il caso di citare i misconosciuti (ma validissimi!) Julian's Treatment.
L'opener "Dreaming" è un grande pezzo, col suo strano impasto di chitarre acustiche e vivace batteria su cui si innesta il drammatico cantato femminile; eccellente anche l'alternanza fra suadenti melodie vocali e refrain elettrici della successiva "Time alone". Proseguendo nell'ascolto delle non troppo lunghe tracks (la durata si mantiene fra i 4-5 minuti), il sound si fa omogeneo: sulle basi di chitarre unplugged la voce tratteggia oscuri arabeschi, mentre le tastiere - con prevalenza di pianoforte - accentuano i languori gotici. E' certo una precisa scelta programmatica l'evitare eccessivi sommovimenti, tuttavia proprio tale intento andrebbe forse rivisto, dato che qualche variazione in più non guasterebbe. Prova ne sia il sollievo donato da "Persia" e il suo aroma antico, dato da un effetto-bordone, e soprattutto da "The red and the black": qui i 9 minuti di estensione permettono una molteplicità tematica altrove assente, grazie anche all'utilizzo (per la seconda e, ahimè, ultima volta) delle chitarre distorte.
Gli amanti tanto dei Renaissance quanto dei Dead Can Dance non rimarranno delusi, considerate le buone idee che animano il progetto, ma nel complesso il disco soffre di un evidente calo di tensione nella parte centrale, e ciò riconduce ad un vecchio discorso: per molti artisti la possibilità di usufruire della lunga distanza del CD si traduce paradossalmente in un handicap, laddove invece i 35-40 minuti del vecchio LP pemettevano di focalizzare al meglio le proprie intuizioni. Questo disco di minuti ne dura oltre 67, e non si può dire che siano tutti imprescindibili...
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Francesco Fabbri
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