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CURTIS REID |
Curtis reid |
Curtoons Music |
1999 |
USA |
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Strano disco l'esordio di Curtis Reid, simpatico chitarrista newyorkese dalle promettenti capacità, apparentemente può dare l'apparenza del solito esercizio strumentale per guitar-hero ed il rock'n'roll iniziale di "Kingsport" effettivamente potrebbe essere un buon spunto per Joe Satriani. In realtà ben presto il rock festaiolo lascia largo spazio a delle composizioni decisamente più elaborate che pur non rinunciando alle tipiche sonorità hard-rock, ad eccezione di "August 8", un emozionante brano intimistico di otto minuti eseguito mediante l'utilizzo del sintetizzatore, sembrano rivolgersi più al cervello che al corpo. In linea di massima si potrebbe dire che i maggiori punti di riferimento artistici per Curtis Reid siano da cercare in gruppi come Dixie Dregs e Rush: se un brano dei Dregs è stato coverizzato in questo disco (Aftershock) come omaggio alla band di Steve Morse, lo spirito dei Rush è riconoscibile in diversi momenti come ad esempio "Brigs of Ayr", un bell'esempio di rock elettro-acustico crepuscolare, oppure il cerebrale e sfuggevole disimpegno di "Lot 49". Per una volta tanto un disco destinato probabilmente ad essere consumato esclusivamente dai puristi della chitarra elettrica può essere di un certo interesse anche da chi non è particolarmente attratto dal mondo dei guitar-hero, cosa non da poco... sta di fatto che per poter apprezzare al meglio questo cd bisognerebbe essere già predisposti verso certe sonorità.
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Giovanni Carta
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