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5BRIDGES The Thomas tracks autoprod. 2009 NL

Il tastierista Luke d'Araceno, non più di età verdissima, è un gran conoscitore di Prog ma lo avevamo incontrato in passato solo in occasione dell'uscita dell'unico lavoro dei Da-Man-U-Al, band di Prog metal appena dignitosa. Altri suoi progetti musicali esulavano completamente dal campo del Prog, fino all'uscita di questo album di debutto dei 5BridgeS, la sua nuova band, composta, oltre che da lui, dal chitarrista Enzo Gallo (tutti 'sti italiani in Olanda?), dal batterista Rob Van Der Linden, dal bassista Martin Thoolen e dal cantante Piet Roelofsen; un gruppo completo, dunque, in formazione classica e senza multistrumentismi, se mi si passa il termine. La musica dei 5BridgeS si tinge decisamente di aloni genesisiani, fin dall'inizio, senza grossi compromessi, oscillando tra il periodo "Selling England…" a quello "Afterglow", con sonorità spesso vintage, ma senza calarsi aprioristicamente negli anni '70, ed un cantato che non è che non ricordi per nulla quello di Gabriel. Insomma… sembra di tornare indietro di una quindicina d'anni, quando la terra dei tulipani sfornava numerosi gruppi come questo, uno dietro l'altro, magari non tutti meritevoli di dedicare un'ora della propria vita all'ascolto dei loro lavori. Questo gruppo si mantiene invece decisamente al di sopra della linea di galleggiamento; certo… le canzoni sono pervase costantemente di una vena pop, con qualche ritmica un po' sempliciotta, ma il tutto è fatto comunque con garbo e gusto. Le 10 tracce, per un totale di quasi un'ora e un quarto di musica, sono di varie durate, nonché, cosa ancor più importante, posseggono ognuna la propria personalità, riuscendo a non sovrapporsi l'una all'altra nella memoria e offrendoci l'occasione di ascoltare un album ben realizzato (anche se quei suoni un po' troppo secchi della batteria…) e ben concepito. Certo… originalità e personalità non sono le due voci su cui questo gruppo fa maggior leva per raggiungere l'apprezzamento degli ascoltatori. Alla fine il disco è gradevole, e anche di più; ricco di melodia, begli spunti sinfonici… e anche modernismi o altri graziosi ammennicoli che riescono a tratti a rimuovere la definizione di clone di cloni che sovente ingabbia gruppi come questo. Decisamente un esordio gradevole… niente di eccezionale ma gradevole.



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Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

DA-MAN-U-AL Cdemo 1997 

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