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XXI GRAMS Unburden your soul autoprod. 2013 ITA

“Quanto valgono ventuno grammi?”. E’ questo che ci chiedono e si chiedono i XXI Grams, che provano a far conoscere la propria musica con un mini-cd autoprodotto che trae chiaramente ispirazione dal film “21 grammi” di Alejandro Gonzalez Inarritu. La band vede le sue origini nel 2011 e nasce per merito dell’iniziativa del bassista Andrea Mina (che si esibisce anche al canto e alle tastiere), ben presto coadiuvato dal batterista Simone Fellini e dal chitarrista Claudio Meynet. Si tratta dell’ennesimo gruppo che si affaccia nel mondo del progressive rock facendo dei primi piccoli passi e in questo breve percorso iniziale i musicisti hanno scelto di non prendere dei modelli di ispirazione ben precisi, né di puntare su forme sonore ben consolidate, preferendo mostrare un istinto personale, non ancora maturo e cercando di catturare i potenziali ascoltatori senza distaccarsi troppo dal vigore e dal sudore del rock. L’autoproduzione “Urbunden your soul” è un EP composto da cinque tracce e dura poco meno di mezz’ora. Dopo una bella “Intro” d’atmosfera, si parte con “Drifting”, che mostra le qualità di questi ragazzi, pronti a proporci un ricercato rock chitarristico che va sovente in crescendo, a volte lanciandosi verso sferzate quasi hard, altre volte, complice anche la rifinitura delle tastiere, mostrandosi più elegante. Discrete anche le melodie vocali, con una prestazione al canto convincente, anche se sicuramente migliorabile. Profumi vagamente psichedelici si avvertono in “Ruins”, con il suo andamento strascicato su ritmi secchi e con un basso ipnotico, mentre più pesante risulta “L(i)fe”, che inizia con dialoghi stravaganti tra chitarra e tastiere creando un’aurea misteriosa tipo Goblin e che poi prosegue tra ruggiti doom non estremi e momenti strumentali un po’ scolastici. Chiusura in bello stile con “Blue soul of the sea”, che parte con ritmi lenti e intriganti arpeggi di chitarra. La docile ballata prosegue su questa scia anche con l’entrata del cantato, andando poi a proporre dapprima un lungo guitar-solo, con echi vagamente gilmouriani, che fa sicuramente centro e poi, nella parte conclusiva, una sezione tastieristica che imita un coro, regalando al pezzo un ottimo momento di epicità. Il tracciato è interessante, le buone idee non mancano ed indicano discrete potenzialità; aspettiamo ora i XXI Grams ad una prova più professionale e con una maggiore pulizia sonora che sicuramente gioverebbe.


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Peppe Di Spirito

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