Il 3° full length CD dei norvegesi 3rd & The Mortal può essere giudicato come uno degli eventi musicali più importanti del '97. La band torna sul mercato dopo l'ottimo "Painting on glass": se quell'albo manteneva quasi costantemente intatte le caratteristiche espressive della splendida creatura di Trondheim, abbracciando in vari punti la causa della sperimentazione pura, il nuovo affresco rimarca ancor più tale prospettiva tralasciando momentaneamente determinate atmosfere darkeggianti ed elegiache impronte folk per spingersi su territori interamente da esplorare. Relegando in secondo piano i riff criptici di "Tears laid in Earth", il gruppo non rinuncia comunque a creare un alone atmosferico pregno di umori spettrali e carichi di tensione emotiva, risolvendo tali principi nelle solenni, tristi suggestioni di "Sort of invisible" e "A touch of...", brani dalle melodie avventurose in bilico tra echi progressivi sulla scia del Re Cremisi e magnetiche onde elettroniche che rimandano alla scuola cosmica tedesca, oppure alle rarefatte geometrie di "Hallow", non dimenticando il gusto decadente improntato in "The barge", "Harvest" e "Slego", o il malinconico episodio denominato "Stream". Ann Mari Edvardsen si prodiga in vocalizzi di inestimabile bellezza, duellando con una folgorante chitarra dai toni decisamente spigolosi in "Sophisticated vampire", intonando un canto di diabolico rapimento in "So pure", infine arricchendo di litanie neoclassiche l'arcana e meditativa "Myriad of peep holes". I 3rd & the Mortal sono i prodigiosi vampiri del nord, incomparabili nell'affrescare suoni di glaciale vastità, sofisticati e intellettuali.