La recensione dell'eccellente primo disco degli A PIEDI NUDI che terminava dicendo "...se riusciranno a progredire nella ricerca di soluzioni d'utilizzo per le sonorità di cui sono capaci (che ricordano i gruppi più valenti della scena prog italiana anni 70...oltre al Balletto i J.E.T., gli Osanna, i Trip e simili) gli APN saranno ricordati per molto tempo". A questo punto non c'è null'altro da fare che cominciare a parlarne diffusamente per far si che vengano poi ricordati in quanto le nuove soluzioni d'utilizzo le hanno trovate... e migliori di ogni più rosea aspettativa (e persino speranza). Concept album di oltre 50 minuti che segna una decisa virata nella rotta seguita in precedenza, non più (pur egregie) attingimenti dal Balletto di Bronzo ma una proposta molto, molto personale caratterizzata da atmosfere calde ed in penombra prodotte sempre da suoni rigorosamente anni 70. Questo non deve far pensare ad un banale ampliamento della gamma delle fonti di ispirazione, ma ad una profonda introspezione che ha portato a galla la vera anima scura, corpulenta e possente degli APN... spirito che perfettamente prende forma da suoni anni 70, non ricercati per imitare ma creati perché così richiesto dalle melodie. Fondamentale notare come nel nuovo corso non abbia trovato coniugazione la voce di Mirko Schiesaro, invece ben inserito nelle trame del primo lavoro ed in sua vece, da dietro la batteria, arrivi una sorpresa a metà strada fra Leo Nero e Tagliapietra. Il ricordare che anche in "Creazione" Paul Chain si è, egregiamente occupato dei suoni è occasione per sottolineare come la nuova proposta degli APN tragga ancora la sua magnificenza dall'indissolubile rapporto con suoni dall'incredibile spessore e pienezza (nessuna delle due parti potrebbe esistere senza l'altra) ma che questi sono solamente il mezzo più idoneo affinché le idee si presentino in tanto splendore... non ragione d'essere.