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ASIA (USA) Armed to the teeth / The wild places ASI 1979/1980 (Wild Places 1996) USA

Nel 1976, per la Asi, usciva negli Stati Uniti il disco di debutto dei White Wing, gruppo oggi dimenticato da tutti o quasi i cultori del rock a stelle e a strisce. Nel 1978, dalle ceneri di quell’act, nacquero gli Asia. Leader della band era Mike Coates (chitarra, piano, mellotron), affiancato da Micheal English (voce, basso), Larry Galbraith (chitarra) e John Haynes (batteria). La Wild Places, già responsabile delle edizioni statunitensi di Anglagard e Devil Doll, ristampa oggi gli unici due vinili del gruppo. L’esordio, omonimo, è datato 1979. La scelta di Coates e compagni era quella di proporre un hard melodico molto fine e potente nello stesso tempo, imparentato da vicino con i Rush di “A Farewell to King” e supportato da ottime tastiere. Tutti i brani, dal primo “Love May Be Gone”, sino alla conclusiva “Requiem”, conservano intatta la loro freschezza, pieni di forza creativa e pause di riflessione. Le tematiche, ispirate al Medioevo ed alla letteratura fantascientifica del grande Robert Erwin Howard – creatore di Conan e Kull di Valusia, tra gli altri – si ritrovano nel secondo lp della band americana. Intitolato “Armed to the Teeth” e pubblicato nel 1980, l’album è ancora più romantico ed epico, sfarzoso e magniloquente. “Thunder Rider”, l’inno dei quattro musicisti, si imprime da subito nella mente, così come i leggiadri arpeggi acustici di “Paladin” e “The Bard”, ricchi di cori polifonici stile Yes. Se “Genghis Khan” e “Kamikaze” sono più vicini all’hard prog che al tradizionale rock sinfonico, “Xanadu” fa ritorno – in tutto e per tutto, anche nel titolo – ai migliori Rush. La sezione ritmica è migliorata, specie grazie al nuovo drummer Doug Johnson, mentre pure la sicurezza degli altri tre è invidiabile. Mellotron e tastiere, inoltre, puntellano il sound e lo rendono più gentile che nel disco di esordio. Azzeccatissimo, nelle ballate, l’impiego del clavicenbalo. Situati nella zona di confine tra hard americano e prog di matrice inglese, questi Asia – da non confondere, naturalmente, con il successivo supergruppo capitanato da Geoff Downes – hanno i numeri per conquistare il cuore di più d’un appassionato. Le lunghe escursioni chitarristiche, in particolare, non potranno che piacere agli amanti di gruppi come T2 o Limelight, Praying Mantis o King Crimson. E’ tempo di riscoprirli.

 

Davide Arecco

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