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KEVIN AYERS The BBC sessions 1970-1976 HUX Records 2005 UK

Poco prima dello scorso Natale, dopo vari rimandi, è uscito questo lavoro di ripescaggio. Kevin Ayers, rinomato innovatore della scena prog britannica, è stato autore di grandi cose legate principalmente alla scuola di Canterbury, versante psichedelico e blues. Memorabili i suoi primi due album “Joy of the Toy”, 1969 e “Shooting at the Moon”, 1970. Dove la sperimentazione più pura, già esplorata con i Soft Machine, si legava ad una musica di tradizione più song – oriented, tipica del periodo psichedelico. Questo Lavoro raccoglie piccoli gioielli del periodo 1970 – 1976 catturati live nei più importanti programmi radiofonici della BBC dell’epoca. La stampa non fa che ufficializzare cose già ascoltate e inserite in altri dischi un po’ meno ufficiali. Così, gomito a gomito con i suoi brani più noti, troviamo degli inediti, alcuni apparsi come bonus tracks sulla versione CD di “Shooting at the Moon”, che ho idea possano far parecchi felici tra i fans. Due volumi: 1970/1972 il primo e 1973/1976 il secondo. Spesso i brani si ripeto in entrambi i volumi, ma con formazioni e risultati diversi. La dimensione live è chiaramente ben utilizzata da Ayers e soci, con gioiosa capacità e consapevole professionalità.
Il primo volume (15 brani più un’intervista) vede l’esecuzione anche di brani del “Volume One” che inevitabilmente suonano molto Soft Machine, anche ovviamente per la presenza di soliti vecchi amici e così abbiamo “Why are we sleeping” “We did it again”. Bella e solitamente malinconica nel suo procedere “Lady Rachel”, precisa e fedele all’originale “Stop this train”, come anche “Clarence In Wonderland”. Altre suonano come un po’ più improvvisate come “Lunatic’s lament” e “Derby day”. Gioiello sopra i gioielli è “The Oyster And The Flying Fish”.
Più precisino e scolastico è il secondo volume, (11 brani più un’intervista) che bene mette in evidenza l’involuzione di Ayers verso una dimensione meno sperimentale, meno psichedelica e più marcatamente cantautorale, supportato da band meno giocose e gioiose e, al contempo, più centrate e professionali dal lato strumentale. Grande, immenso, è ad esempio Ollie Halsall in “Another Whimsical Song” e “Stranger In Blue Suede Shoes”. I brani risultano così più intimisti, con pennellate decise e studiate. Da segnalare, in “Mr Cool” e “Ballad of Mr Snake”, anche la presenza di Andy Summers, più tardi nei Police, che già lasciava intravedere la voglia di andare oltre alle solite pentatoniche blues, ricalcando quei bei suoni articolati di origine Canterbury e i suoi accordi jazz di quarta e di nona e di undicesima ai quali, anche inconsapevolmente, siamo più abituati.
Concludendo, un bel lavoro, meglio sicuramente il primo volume, ma complessivamente raccomandabile a chi avesse amato Kevin Ayers ante ’75.

 

Roberto Vanali

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