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ALL ABOUT EVE Cinemasonic Voiceprint 2003 UK

Tra le poche e più interessanti proposte che la musica del Regno Unito offriva tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta vi erano gli All About Eve, sorta di Renaissance in versione dark wave. Il loro particolare e intrigante approccio stilistico era piuttosto vario, ma tutto sommato non si allontanava molto da un neo-prog venato di inflessioni gotiche ed aperture folk. Nati nel 1987, si fecero notare soprattutto con “All About Eve” (1988) e “Scarlet and Other Stories” (1989), entrambi intrisi di melodie celtiche e urgenze più rock. Autori di numerosissime esibizioni – spesso tediose, come quelle raccolte in diversi unplugged, apparsi nel corso degli anni – si sciolsero all’indomani di “Ultra Violet” (1991). Se il loro nome, nel decennio scorso, è stato tenuto vivo in particolare da raccolte e da riesumazioni di registrazioni radiofoniche, la band capitanata della bella Julianne Regan si è riformata a sorpresa – come, peraltro, vari artisti loro coevi – per realizzare l’interessante “Iceland” (2002), all’insegna di una ricerca elettronica sofisticatissima e glaciale. Con questo “Cinemasonic” il gruppo pare avere ritrovato la capacità di coinvolgere, che ne aveva contraddistinto gli esordi. Inciso tutto dal vivo, il nuovo cd degli All About Eve offre complessivamente undici canzoni, sei delle quali inedite e di ottimo livello – caratterizzate da una doppia chitarra ora rocciosa e sferzante, ora più lirica ed avvolgente – quattro classici tratti dal loro vecchio repertorio – su tutte spicca l’indimenticabile “Touched By Jesus”, title-track dell’omonimo terzo album (1990) – e una singolare quanto splendida cover di “Life On Mars” di David Bowie. Nonostante il contributo di Rick Carter (primi Pendragon, Mission) dietro ai sintetizzatori, le tastiere restano come in passato relegate ad un ruolo di secondo piano. Anche nei nuovi pezzi, esse si limitano solo a rifinire e contrappuntare i suoni con tappeti di sottofondo, evitando di assumere un ruolo da protagonista. La scelta del quintetto britannico si rivela comunque felice nei suoi esiti. La voce della cantante è magnifica e in grado di reggere il confronto con quella di Kate Bush. Gli arrangiamenti sono ugualmente eleganti, nella loro apparente semplicità, ricordando qua e là alcune cose degli scozzesi Cocteau Twins. Si tratta di un compact, l’avrete capito, non tutto e non solo progressive (nel senso tradizionale del termine). Tuttavia, il ritorno degli All About Eve è senz’altro piacevole e molto gradito. Eccellenti, tra l’altro, la resa sonora e l’artwork.

 

Davide Arecco

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