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ATON'S Klein & Wagner Mellow 1995 ITA

La proposta musicale degli Aton's è ben nota ai lettori di Arlequins. Molto semplicisticamente mi limito a dire che il nuovo lavoro non evidenzia rivoluzioni o svolte tali da necessitare particolari menzioni (se non una peculiarità di cui si dirà più avanti), per cui occupo queste righe con una riflessione che ritengo possa essere più utile che il riferire dei contenuti del nuovo disco. Vorrei portare l'attenzione sul rapporto degli Aton's con l'ambiente progressivo: un vero mistero. Sono in questo ambito decisamente pochi coloro che si professano pienamente soddisfatti dalla musica che offrono; l'indicazione più ricorrente a loro riferita è... leggeri. E' però da rilevare come, allo stesso tempo, il gruppo continui ad essere ben presente nello spazio prog: con chiunque io abbia avuto modo di venire sull'argomento, questi è stato in grado di esprimere un giudizio su ciascun singolo loro disco. Ogni uscita del gruppo torinese è quindi seguita ed ascoltata da molti e questo appare alquanto strano guardando a ciò che si è prima detto. La spiegazione va probabilmente ricercata nel fatto che, se in effetti i dischi degli Aton's sono privi di aperture sinfoniche, Hammond e Mellotron, svolgimenti turbinosi o qualunque altra dote che farebbe la vera gioia dei prog fans, allo stesso tempo il gusto e la profondità d'ascolto di cui questi ultimi sono capaci è in grado di portare a galla qualità che risultano interessanti. Credo che artisticamente gli Aton's abbiano dato il meglio di se stessi in Faust, lavoro che aveva i numeri per lanciare il gruppo in una dimensione differente dall'underground della scena progressiva, ma così non è stato (tutti sanno che la band si ritrova annoverata fra i progger solo perché noi consideriamo tale ciò che il duo Ratto-Frallonardo definisce semplicemente la nostra musica). "Klein & Wagner" è meno profondo, anche se forse più tortuoso, e per questo risulterà più facile per molti estranei ottenerne sensazioni (sempre che si riescano a raggiungere). Chi ascolta prog sarà invece probabilmente infastiditi dalla scelta di utilizzare una batteria che, benché fantasiosa e ben programmata, non è comunque umana... e questa è la peculiarità a cui ci si riferiva all'inizio. Un lavoro con il quale non hanno tradito l'onestà e la dedizione che caratterizza il loro lavoro, una musica per la quale si continuerà a storcere il naso ma che continueremo probabilmente ad ascoltare.

 

Luca Rodella

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