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AHLEUCHATISTAS What you will Cuneiform Records 2006 USA

Disco complesso, a partire dal nome del gruppo che deriva dalla associazione verbale del contrappunto musicale di Charlie Parker "Ah-Leu-Cha" e l’aggettivo “zapatitsa”. E questo ci dà l’idea immediata di una musica orientata politicamente in maniera ben precisa.
Musicalmente ci troviamo all’ascolto di una fusion piuttosto particolare fatta di Math Rock, Math Metal, cacofonia e RIO Beefheartiano del più spudorato e Punk Metal freddo e calcolato.
Il trio è formato da Shane Perlowin (chitarra) Derek Poteat (basso) Sean Dail (batteria), opera in North Carolina ed è giunto al terzo lavoro in maniera coerente e omogenea, proponendo questo suono che fa della disgregazione musicale il proprio credo. 14 i brani, brevi nervosi e tirati, quasi come se una musica di maggior respiro fosse stata contratta, concentrata e passata al frullino. Non c’è nulla di lento, tutto è frenetico, la testa è bombardata da ritmi e fiumi di note, da improbabili e spesso incomprensibili poliritmie dalla craniosità sconvolgente. Il tutto passa con incredibile omogeneità e spesso non ci accorge del cambio di brano. La durata del CD, solo 41 minuti, ci aiuta a tirare una pausa solo a lettore spento, perché la frenesia ritmica e chitarristica non dà tregua.
Le tracce vanno dall’opener “Remember Rumsfeld at Abu Ghraib”, che guardata dalla visuale più ampia rappresenta il brano più accessibile del CD con i suoi drappeggi roccheggianti, alle notevoli “Unfolding” e “I Used To Be Just Like You, But Now I Am Just Like Me”, dotate di grande varietà di elementi, alla finale e maggiormente dilatata “You Know My Family” più vicina ad avanguardie minimaliste.
Un disco di difficile e non riposante approccio che va cercato per il valore della ricerca che trasmette dimostrando che tutto ciò è ancora possibile. E se alla fine di questa lettura vi verrà da dire: “Ma chi me lo fa fare…?”, lasciate perdere. Se invece un barlume di curiosità, di spinta a voler provare, vi sarà venuta, meglio ancora. L’esperienza sarà dura ma soddisfacente.
Qualcuno dice: “il terzo è il migliore!”, in questo caso posso confermare.

 

Roberto Vanali

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