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AARDVARK' Tuntematon sotilas Mellow Records 2006 FIN

Ancora un bel colpo! La Mellow Records pubblica un altro meritevole disco di un’ottima band finlandese e di certo non è più una novità! La nuova promessa nordeuropea stavolta risponde al nome di Aardvark e il cd proposto, “Tuntematon sotilas”, è un concept-album che trae ispirazione dal romanzo “Unknown soldier” di Väinö Linna. Quest’opera (pubblicata nel 1954) è dedicata ai 9500 finlandesi deceduti durante la Seconda Guerra Mondiale e, come spiegato nelle note del booklet, rappresenta una sorta di patrimonio nazionale di cui l’intera Finlandia è orgogliosa. Passando al contenuto musicale, possiamo cominciare a dire che la proposta dagli Aardvark è incentrata su composizioni non lunghissime (se si eccettuano i dieci minuti e mezzo di “Ei taivahassa oo kuolonvaaraa…”, solo un brano supera i sei minuti), ma costruite con estrema maestria. Similmente agli Haikara di “Tuhkamaa”, in pochi minuti la band riesce a mettere insieme una mole di idee impressionante, con intrecci strumentali ingegnosi ed eseguiti splendidamente. Le tastiere, che spingono verso una vena classicheggiante, si danno continuamente il cambio con una chitarra che ruggisce forte, ma che pure sa essere molto raffinata. I ritmi, ovviamente, variano di continuo ed anche le parti cantate sono convincenti (forse qualche ascoltatore poco abituato potrebbe aver difficoltà con la “durezza” della madrelingua, ma la maggior parte dell’album è strumentale). Momenti di insieme, spazi solistici, timbri principalmente elettrici (ma ci sono anche situazioni più acustiche) e tanta fantasia per un prog-rock intrigante, intenso, intelligente, che si presenta allo stesso tempo colmo di pathos e di energia. Con dei risultati talmente positivi che fanno pensare ad una band già affermata e matura, con anni di esperienza alle spalle, piuttosto che a musicisti che sono in pratica all’esordio discografico. Anche perché si ravvisa una personalità abbastanza spiccata, con poche somiglianze con i grandi del passato e solo con qualche punto di contatto rispetto ad alcuni connazionali (gli stessi Haikara e i Viima, giusto per dare qualche idea). Vi assicuro che con lavori così belli è impossibile che alla grande gioia dell’ascolto subentri una pur minima forma di tedio…

 

Peppe di Spirito

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