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ALTERS Dawn Musea Parallèle 2017 POL

Sono passati 10 anni da quando questo combo polacco ci stupì piacevolmente col suo album d’esordio, così moderno ma anche così reminiscente di band storiche connazionali come SBB e Laboratorium. Purtroppo tutto questo tempo non è trascorso in modo indolore e oggi troviamo innanzi tutto la band ridotta ai minimi termini, coi soli Paweł Zalewski (voce, chitarra, tastiere, viola e saz) e Robert Pludra (batteria) della line-up presente su “Mild”, affiancati da Piotr Zalewski (voce, effetti elettronici, tastiere, viola, basso e liuto; fratello di Paweł, immagino). In buona parte anche la musica si è ridotta ad rock dalle movenze floydiane ma ricca di elettronica e tentazioni che vanno dalla new wave all’alternative rock, comunque abbastanza apprezzabile ma pallida ombra del bellissimo esordio.
L’album, anch’esso in larga parte strumentale, lo possiamo ad ogni modo considerare idealmente diviso in due parti. La prima include le quattro canzoni iniziali, dai connotati simili tra loro e ricche di effetti ed elettronica, con la lunga “Klechdawa”, una lunga cavalcata dalle sonorità spaziali, a stagliarsi sulle altre.
La seconda parte del CD presenta invece una sorta di suite, introdotta dal breve “Interlude” (per viola da gamba), in cui riusciamo a riconoscere in parte i vecchi Alters, con la lunga jam semi-strumentale “Lucid Dreaming” (17 minuti) che rimanda un po’ alla primeva passione per gli SBB, con un ridotto utilizzo di effetti (sparisce il tunz-tunz che ci accompagna quasi costantemente nelle prime tracce) e più spazio ad un rock che si muove sui confini della psichedelia, con alternarsi di sfuriate strumentali, con un basso decisamente presente e ronzante, che lasciano spazio a sfumate ed ampie atmosfere sognanti, fino ad unificare le due situazioni nel finale della composizione, decisamente soddisfacente.
La terza parte di questa ideale suite è costituita dai 5 minuti di “Forgotten” in cui, incredibilmente, la musica vira su atmosfere barocche, sospese tra EL&P, Prog italiano (Balletto di Bronzo, Museo Rosenbach…) e Beatles (per il cantato). Divertente e decisamente imprevisto.
A conti fatti l’album è comunque interessante, pur non raggiungendo le vette della prima prova del gruppo ma mantenendo comunque una cifra artistica che ci fa salutare con soddisfazione questa nuova prova cui, speriamo, ne seguirà un’altra senza farci attendere così tanto tempo.



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Alberto Nucci

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ALTERS Mild 2007 

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