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ALMANZIL Almanzil autoprod. 2003 ITA

Gli Almanzil, da Menfi (AG), col loro CD si prefiggono di "recuperare e non perdere la strada di casa", operando nel contempo un discorso di ricerca intorno a tali stilemi. Nella lettera di accompagnamento, infatti, si rivendica l'appartenenza al filone etno-prog: all'atto pratico la dimensione folk finisce col prevalere in maniera netta, ma ciò non può rappresentare, ovvio, un fattore di per sé negativo. Le sedici composizioni, per circa un'ora complessiva, sono in gran parte riadattamenti di pezzi tradizionali. L'ascolto ci immerge dunque nelle peculiari atmosfere della musica siciliana, dove struggente malinconia e giocosa allegria convivono con naturalezza; gli Almanzil, proprio al fine di catturare al meglio determinate sensazioni, hanno optato per la registrazione in presa diretta, realizzata in appena due giorni (!). Il risultato è però all'altezza, grazie anche alla pregevole espressione tecnica dell'affiatato gruppo. Chitarra e flauto sono di solito al proscenio, e talora pure la fisarmonica; va rimarcato tuttavia il supporto batteristico/percussivo che, a mio modo di vedere, costituisce l'elemento capace di creare quel senso del nuovo a cui, a quanto pare, gli Almanzil comunque tengono. Quando il flauto si fa aggressivo ("A Virrinedda", "Sirinata du' carritteri") vengono alla mente certi moduli di Osanna e Jethro Tull, ma di norma gli accostamenti più proponibili sono con alcuni dei nomi che la stessa band realisticamente cita: Nuova Compagnia di Canto Popolare, Musicanova e Canzoniere del Lazio, a cui mi permetto di aggiungere Carnascialia, del resto promanazione diretta del medesimo CdL. Fra i momenti più riusciti segnalo la contagiosa baldanzosità di "Abballati, abballati", che immagino faccia agitare non poco il pubblico nelle esecuzioni dal vivo; piacevole è poi l'arrangiamento di "Barbablu di Petralia", ballata quasi epica con un flauto qui elegiaco; via via travolgente è invece la tarantellosa "Pitidda". Una proposta assai garbata ed estremamente gradevole, racchiusa in una confezione molto professionale: la grafica del booklet è all'altezza di una produzione ufficiale. Se vi piace viaggiare con la fantasia grazie a climi da cantastorie, tipo "Baronessa di Carini", questo disco è per voi.

 

Francesco Fabbri

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