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AVIARY Ambition AV Records 2003 USA

Gli Aviary hanno un solo abum in studio nel loro curriculum: l'omonimo lavoro dato alle stampe nel 1979 e questa di cui ci occupiamo nella presente recensione non è altro che una collezione di vecchi inediti realizzati tra il 1975 ed il 1979. Un tuffo nel passato in tempi in cui queste melodie non suonavano così old fashoned e retrò. Anzi l'intento della band era proprio quello di realizzare pezzi commerciali pur se impreziositi da influenze e virtusismi decisamente prog. La matrice e gli intenti progressivi vennero comunque soffocati dal lavoro dell'allora produttore dei Foreigner in una maniera che potete benissimo intuire. Parlando in particolare di "Ambition" dovremmo trovarci di fronte a pezzi scartati, l'impressione è invece quella di un album pienamente realizzato, ben costruito e da non disprezzare. La musica è orgogliosamente pomp, teatrale, eccessiva, kitsch, a tratti goliardica pur sempre con forti connotati AOR. Non mancano drappeggi tastieristici realizzati con Hammond, Mellotron e Mini Moog, melodie classicheggianti con brevi intermezzi di pianoforte, cori alla Queen dell'epoca di "A Night at the Opera". L'insieme è tutt'altro che piatto ed offre quello che può sembrare uno strambo incrocio tra gli Yezda Urfa ed i Boston (ma non venite a picchiarmi a casa per quest'accostamento!!!).

 

Jessica Attene

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