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APHELANDRA Aphelandra 1976 (Mellow 2001) FRA

E' quasi un delitto che quest'album sia rimasto nascosto per 25 anni. Infatti, le registrazioni di questo gruppo francese risalgono al 1976, quando il tastierista Philippe Grancher, dopo aver realizzato un album solista, andò alla ricerca di nuovi musicisti per formare gli Aphélandra. La line-up si assestò con 6 elementi (oltre il leader Grancher, c'erano un fiatista, un chitarrista, un bassista e due batteristi), ma risultò fondamentale l'apporto di due guest-star abbastanza note nella scena progressiva francese: il violinista Didier Lockwood (Magma, Zao, Visitors e tanti altri progetti) e il tastierista dei Clearlight Cyrille Verdeaux. L'album che registrarono vede la luce soltanto oggi.
Il momento clou è dato dai 18' della suite d'apertura "Airs", sinfonica, in cui tutti i musicisti danno il loro apporto. Si alternano, così, momenti di gruppo, dove flauto, sax e violino si ritagliano spazi importanti, a continui intermezzi di solo piano, mentre le parti vocali rispecchiano la classica teatralità tipica delle bands francesi. "Belladonna" parte su tempi abbastanza veloci, si fa più cadenzata e romantica quando entra il piano, per poi offrire interessanti combinazioni chitarra-sax-violino. "Pat" risulta la traccia più sperimentale, articolata, dopo l'introduzione chitarristica, tra sintetizzatori e improvvisazioni al piano elettrico. Ancora sperimentazioni in "Aphélandra", aperta da note d'organo e contraddistinta poi da incroci tra strumenti elettrici ed acustici; conclusione affidata alla breve "Corinthe", con effetti elettronici ed un cantato emotivo su lunghe note d'organo. Un cd, quindi, che rende merito alla creatività di Grancher e che, soprattutto, ci fa scoprire un gioiellino rimasto nel cassetto per troppi anni.

 

Peppe Di Spirito

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