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ARKHE' Arkhè Underground Symphony 1997 ITA

Saper copiare non è facile... e anche saper mettere a frutto un'ispirazione chiaramente derivativa senza scadere nel mero plagio, mettendo al contempo a disposizione un prodotto valido, non è cosa di tutti i giorni. I lombardi Arkhè riescono brillantemente in quest'impresa, sfornando un primo album che chiaramente si pone sulle tracce dei maestri del Prog-metal richiamandone sonorità e tematiche, ma queste 8 tracce trasudano un'ispirazione limpida innanzi tutto, e una grande padronanza dell'equilibrismo stilistico e strumentale in second'ordine. Per loro si può parlare senza alcuna remora di Progressive metal, senza storcere la bocca di fronte a ritmiche troppo sbilanciate verso il secondo versante. Le piccole invenzioni strumentali sono brillantemente e sapientemente diffuse tra le note del cd e le tastiere non sono certo invadenti ma non hanno un peso semplicemente ornamentale. Per un gruppo tutti gli strumenti sono importanti ovviamente, e ognuno fa la sua bella parte guadagnandosi la sua fetta di evidenza, ma per un gruppo del genere avere un chitarrista come si dimostra essere Gianluca Ferro e un vocalist come Pino Tozzi rappresenta senz'altro un atout che può metterlo già una spanna sopra gli altri; non è una valutazione dei meriti: è una costatazione. Non sarà giusto nei confronti degli altri brani, ma la mia personale preferenza va senz'altro al pezzo di chiusura "Le voyant de Salon", quasi 15 minuti di Progressive creativo e geniale: immaginatevi un brano del Trono dei Ricordi con una chitarra un po' più hard e ci arriverete abbastanza vicini. Un altro brillante pezzo del puzzle metal-progressivo italico è andato al suo posto: non sono molti, ma qualcuno è veramente splendente...

 

Alberto Nucci

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