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BLIND OWL Debut at dusk autoprod. 1987 (Raptor 1995) USA

Un altro dei miei dischi di culto... A suo tempo acquistai il disco, il quale fece non poche apparizioni sul piatto del mio stereo. E' con vivo piacere che ho accolto la notizia della ristampa, e quindi della facile reperibilità (grazie alla distribuzione Musea), di questo album che, va bene, non potrà essere definito 100% Progressive (inteso nel senso della sua lunghezza), ma che resta per me uno dei pallini di gioventù. Musicalmente si può parlare di "Debut at dusk", per buona parte della sua durata, di un ottimo album di AOR melodico/sinfonico, con delle tastiere, suonate da Brace Alger, costantemente presenti ed incombenti, e con una patina di tecnologicità (il disco risentiva ancora, per l'epoca in cui è uscito, dell'atmosfera cool che condizionava buona parte del mondo musicale d'allora), fornita altresì dall'intensivo utilizzo della batteria elettronica, accanto a quella vera. La seconda parte del disco rappresenta il gioiello che dovrebbe far innamorare più d'un appassionato. "Digital animal suite": segnatevi questo titolo; è il nome della mini-suite che rappresenta il punto focale della musica dei BLIND OWL e che fa pendere il piatto della bilancia nettamente in favore del gruppo americano. Si tratta di un brano di 10 minuti (con qualche piccola similitudine coi primi 12th Night) caratterizzato da un cantato efficace quanto mai e sottolineato da un potente riff di tastiere, parti strumentali da brivido ed un'atmosfera quasi irreale. Ad esso si lega, e si contrappone, "Moroccan sand", un delicato 4/4 tipicamente floydiano che chiude l'album in maniera più che soddisfacente. Difficile consigliare questo disco a tutti, evidentemente, ma se non disdegnate il techno-pop con (molte) matrici progressive, potete lasciarvi attrarre dal gufo cieco...

 

Alberto Nucci

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