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BEDUINOS A GASOLEO Beduínos a gasoleo autoprod. 2007 POR

Questa formazione ha scelto un nome a dir poco stravagante che però non lascia minimamente presagire il contenuto musicale del suo esordio discografico, basato su un prog melodico e sinfonico di discreta fattura. In realtà non va ricercato nessun particolare messaggio all'interno di esso se non un omaggio allo scrittore portoghese di fantascienza João Botelho da Silva e alla sua omonima novella. La band esiste dal 1997, ma solo dal 2004, dopo aver subito qualche rimaneggiamento, persegue uno stile musicale più colto e ricercato rispetto al rock classico con venature sinfoniche degli esordi, di cui però ha lasciato come testimonianza un'unica traccia in un tributo dedicato ad Adrian Borland, leader della band new wave The Sound. Molto più probabilmente qualcuno ricorderà i Beduínos per la loro partecipazione al tributo "Giant for an Hour", dedicato al celebre gruppo inglese, in occasione del quale venne presentata una traccia acustica, "Convergir", inclusa in questo CD come bonus track in una versione rinnovata.
L'album in esame si poggia in maniera preponderante su una lunga suite, "Canto IV", della durata di oltre 26 minuti, che doveva in origine rientrare in una sorta di antologia del Progressive Rock portoghese, ispirata al celebre poema epico "Os Lusíadas" di Luís Vaz de Camões che celebra la storia del Portogallo. Il progetto non fu mai portato a termine ma la suite dei Beduínos, che copre il periodo che si estende dal 1383, anno della morte di re Fernando I, alla fine del 1497, con la partenza di Vasco da Gama dal porto di Lisbona, è stata portata a termine con grande cura e sarebbe stato davvero un peccato non poterla ascoltare. La musica proposta è un raffinatissimo prog sinfonico, visceralmente imbevuto di impressioni Genesisiane, che si sviluppa in maniera morbida, gentile ed elegante, adagio come le onde calme dell'oceano che lentamente ribattono verso la riva, avvicinandosi pigre dall'orizzonte lontano, senza appariscenti slanci strumentali o particolari tensioni emotive. Abbiamo quindi delicati momenti tastieristici e melodie ampie, gentilmente dominate dalla voce di Petra, cantante di ispirazione blues dalla voce calda e sicuramente influenzata dal tradizionale fado. L'effetto è piacevole e stuzzicante, anche se al momento non possiamo dire se in un prossimo futuro Petra rinnoverà questa collaborazione con il gruppo, avvenuta in maniera quasi fortuita, come rimpiazzo della precedente cantante (Rita Guerreiro) che se ne era appena andata. La mescolanza fra fragranze locali ed i classici motivi del prog sinfonico genera un effetto piacevole e inconsueto, che rappresenta sicuramente l'elemento più caratteristico e di maggior prestigio del disco. Alla voce di Petra si intreccia talvolta quella del tastierista José Carlos Fialho, vera e propria mente del gruppo, e proprio in questi momenti sembra quasi di percepire richiami delicati ai Minimum Vital. Una serie di ospiti viene impiegata per arricchire il brano, che comunque non perde mai la sua semplicità e la sua immediatezza, nonostante la lunga durata. Sax, flauto e trombone, si inseriscono di quando in quando, come a disegnare sottili ricami, e non appesantiscono mai la musica che rimane lieve e piacevolmente romantica. Forse la struttura del brano è fin troppo schematica ma la sua piacevolezza è indiscutibile. L'album vero e proprio è completato da un paio di canzoni di 11 e 18 minuti circa, rispettivamente. La centrale "Biodiesel" è uno strumentale, mentre nella traccia conclusiva torna l'ammaliante voce di Petra. Lo stile è quello consueto della suite e l'insieme dell'album è abbastanza omogeneo ed unitario. A corollario, come accennato, è collocata la traccia che inizialmente faceva parte del tributo ai Gentle Giant, "Convergir", che comunque non è una banale cover ma un pezzo originale che presenta uno stile che imita volutamente quello del modello. Due ultime bonus sono rappresentate da un paio di estratti della suite di apertura, pensati come sampler da mandare alle radio. In conclusione questo dei Beduini a Gasolio è un disco estremamente gradevole che non dispiacerà, seppure nella sua proposta semplice, agli appassionati del prog sinfonico e melodico. Non è uno di quei dischi che ti entrano in testa da subito, il grosso del lavoro è fatto sotto le righe, ma perseverando con gli ascolti l'effetto positivo si amplifica progressivamente.

 

Jessica Attene

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