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BOUD DEUN Astronomy made easy Cuneiform Records 1997 USA

Avevo una grande curiosità di ascoltare questo gruppo statunitense di cui già da un po' leggevo le gesta nei reportage amatoriali di Internet. Il fatto che questo loro (credo) secondo CD esca per l'etichetta Cuneiform già da sé significa che abbiamo da aspettarci qualcosa di particolare, di Progressive non canonico e un po' fuori dagli schemi. In efletti ciò è vero... a cominciare dalla copertina-astrolabio, per continuare con la musica proposta da questo quartetto. Quel che si nota, rispetto alle formazioni tradizionali, è l'assenza di tastiere e cantante, sostituite entrambe, oserei dire, da un violinista, il cui ruolo è a dir poco fondamentale, tanto quasi da parlare di album solista di quest'ultimo. La chitarra c'è, ma è davvero difficile individuarla e soprattutto ricordare un assolo o un assolo particolarmente interessante. Si parla invece di una musica che ci riporta ai King Crimson di "Larks..." o alla David Cross Band... ma è appunto un'illusione dettata appunto dal largo uso del violino. Alla lunga, comunque, la proposta dei Boud Deun può stancare o, quanto meno, risultare un minimo indigesta... è vero, considerata la formula un po' monocorde che vede il violino in primo piano ed il resto tutto in funzione di esso, con una base ritmica quasi costantemente in controtempo e abbastanza sostenuta, anche se ben lungi dall'essere hard. Si tratta di un album comunque interessante; non disdegnate di farlo vostro.

 

Alberto Nucci

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