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DAVE BAINBRIDGE Celestial fire Open Sky Records 2014 UK

Dave Bainbridge è probabilmente l'anima progressiva degli Iona, almeno a giudicare da questo lavoro solista il cui sound ricorda inevitabilmente quello della band madre. Le differenze principali consistono nel passaggio in secondo piano delle melodie d'ispirazione celtica, le quali emergono solo di tanto in tanto a caratterizzare alcuni brani. E invece più evidente una pronunciata enfasi verso l'aspetto strumentale e la costruzione delle composizioni in chiave progressiva, verso la classe e la perizia esecutiva e la valorizzazione delle capacità dei musicisti, quasi come una sorta di sfogo in contrapposizione alla musica attentamente meditata e d'atmosfera degli Iona.
Il pezzo forte dell'album sono le quattro minisuite che superano i dieci minuti di durata, tutte costruite in maniera stratificata e ricche di passaggi strumentali fatti di sovrapposizioni e intrecci di chitarre elettriche e acustiche, tastiere di tutti i tipi, archi, fiati e strumenti etnici, in un'alternanza di parti d'atmosfera e altre dove la ritmica si fa furiosa, mentre lo stile Iona viene recuperato nelle improvvise ed emozionanti aperture melodiche dal sapore liberatorio. Le mie preferite sono "Celestial fire" e "Love remains", nelle quali l'interpretazione e la scrittura musicale raggiungono vette notevoli. Fonte di ispirazione sono senz'altro gli Yes ma alcuni momenti mi hanno ricordato le progressioni strumentali dei Flower Kings più efficaci. Questo potrebbe far pensare ad una generale mancanza di originalità ma lo stile compositivo di Bainbridge, pur non avendo niente di innovativo, riesce a mantenere un discreto grado di personalità. Tra i brani corti, il più significativo è "See what i see", il quale vira verso territori rock e AOR, con gli Asia a fare da riferimento in un pezzo dal refrain trascinante. Notevole la voce limpida di Damian Wilson, il cui timbro pare in certi momenti un ibrido tra Jon Anderson e Robert Plant.
La chitarra è, ovviamente, spesso protagonista. Dave Bainbridge si destreggia agevolmente in fluidi assoli altalenanti tra un virtuosismo misurato ed uno stile rotheriano più morbido. Sono presenti come ospiti vari musicisti, tra cui gli ex Iona Troy Donockley e David Fitzgerald, ed è molto azzeccata la scelta delle voci, affidate principalmente al già citato Wilson ed a Sally Minear, mentre è scontato che i testi riprendano i temi ad ispirazione religiosa grondanti fuochi sacri, gloria senza fine, redenzione, amore eterno e via dicendo, che a molti sembreranno pacchiani ma che in realtà riescono ad essere un tutt'uno con la musica carica di positività.
un po' sottotono, a mio avviso, è invece l'artwork di Ed Unitsky, troppo saturo di colori e forse eccessivamente desideroso di ispirarsi ai temi trattati. La musica è comunque l'unica protagonista, viva ed entusiasmante, realmente coinvolgente se si ascolta il disco con attenzione. Aspettando un nuovo album degli Iona, "Celestial fire" rappresenta un punto di passaggio obbligato, non un riempitivo nell'attesa, non uno sfizio o un lavoro secondario. Semplicemente un ottimo disco.



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Nicola Sulas

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