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CAST Mosaïque Musea 2006 MEX

Sembra diventato un obbligo morale (ed economico…?) che ogni anno, in concomitanza col Baja Prog Festival, ci debba essere in circolazione un nuovo album dei Cast (che, per chi non lo sapesse, organizzano meritoriamente quest'ottimo festival Prog che si svolge nell'arco di più giorni a Medicali). Il problema di avere tutti gli anni un album pronto ad una data prestabilita sta ovviamente nella possibile scarsità di materiale nuovo, o nella sua scarsa qualità. E' già da un paio d'anni in effetti che i Cast raschiano un po' il barile, riproponendo vecchi brani della loro ormai ricchissima discografia o comunque facendo rilevare un calo qualitativo in una produzione che sembra ripetere se stessa all'infinito. Questo doppio CD, che viene significativamente intitolato "Mosaïque", sembra da una parte confermare, ma anche in parte smentire, le affermazioni precedenti: possibile che i Cast si sentano in dovere di mettere in circolazione un doppio CD, contenente sia brani nuovi che inediti scartati da album precedenti, quando, limitandosi ad un CD singolo, sarebbe risultato un album tutto nuovo di qualità appena decente? Oltre tutto la confusione viene aumentata da una formazione non omogenea per tutto l'album e neanche per i soli brani nuovi… a formare proprio un mosaico, come suggerito dal gruppo. In sostanza riusciamo a stento a capire chi fa effettivamente parte del gruppo e chi no, nonché il senso generale dell'album. C'è in generale uno stacco netto tra i brani nuovi e quelli vecchi, provenienti questi ultimi tutti dalla metà degli anni '90 o giù di lì: essendo in maggioranza degli scarti di album che presentavano uno stile new Prog non sempre di alto livello, ci si aspetta giustamente che si tratti di canzoni in stile new Prog di qualità abbastanza bassa, ancorché non sgradevole (ad eccezione di "La cuerda floja", brano proveniente dal periodo cool jazz dei Cast… ma dalla qualità non meno bassa). I brani di nuova produzione, se raggruppati in un unico CD e spurgati da un paio di episodi meno interessanti, avrebbero dato vita ad un album completo e unitario, di livello sufficiente. Sicuramente la parte iniziale del 2° CD, coi brani "Zona de ilusiones" e "Niños de cristal", è quella che maggiormente ci ha lasciato soddisfatti, anche se qualcuno dei numerosi strumentali presenti (eh sì… il cantato è sempre uno dei punti in cui i Cast sono più deboli) non ci sembra niente male, come la graziosa e breve "Flapepo" o la magnificente "Zona de ilusiones". In sostanza si tratta di un album che non aggiunge di certo nulla di nuovo al curriculum dei Cast, nel bene e nel male; attendiamo (non certo con trepidazione) l'aprile del 2007 per il prossimo capitolo...

 

Alberto Nucci

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