Home
 
CONVENIENS Conveniens autoprod. 1984 (AMG Artist 2006) USA

Nel 1984 due amici amici, uniti dalla passione per il jazz d’avanguardia, John Maz – batteria e percussioni e David Sterling Smith - synth, piano e organo si unirono sotto il nome di Conveniens e incisero subito dei brani, che lo stesso anno finirono sul vinile omonimo.
A distanza di 22 anni il lavoro è stato masterizzato in digitale e il prodotto è qui pronto per l’ascolto.
Abbiamo di fronte un disco dall’impatto sonoro piuttosto particolare: i suoni sono sì quegli degli anni ’80, ma terribilmente enfatizzati verso la gamma più acuta dell’ascolto. Specie la batteria ha un suono metallico che consente a malapena di riconoscere il rullante dai toms. Talvolta il suono generale delle percussioni ricorda il vetro dei bicchieri nei brindisi. Le tastiere coprono (o tentano di coprire) le altre gamme di frequenza, ma l’insieme non lo si può certo definire aureo.
Musicalmente le atmosfere sono jazz con forti inserimenti RIO, ma anche AOR, funky, reggae, space e punk, facendone una sorta di New Wave – Jazz piuttosto acida, come si poteva ascoltare anche da altri gruppi dell’epoca (mi vengono ad esempio in mente i Clock DVA, i Cabaret Voltaire o gli Universal Congress).
Un miscuglio qui prodotto appesantisce non poco l’ascolto, rendendolo a tratti fastidioso.
I pochi momenti “puliti”, dove la tessitura dei brani rimane più definita come sul finale in “Regular Grind” o in “Procession of Bone” o meglio ancora nella più pacata “Afrisha’nki” il CD si fa più apprezzabile, ma rimangono troppi e troppo marcati i momenti infettati e lasciati sterilmente a se stessi, come nell’inutile “Barney Klark” o nella inconsistente “Druhm Rum”.
Il brano da salvare, pur nella sua brevità (meno di un minuto e mezzo), è “Morning Lobotomy” una sorta di rivisitazione della “Take Five” di Paul Desmond. In fondo al CD troviamo una Ghost Track con intervista, semicoperta da effetti e manipolazioni elettroniche.
Non mi sento proprio di poter promuovere questo recupero, neppure puntando all’indietro le lancette del tempo e ascoltandolo con orecchio diverso. Spero comunque (vista la fatica) che una fascia di ascoltatori potenzialmente predisposti all’ascolto questo disco ci siano.

 

Roberto Vanali

Collegamenti ad altre recensioni

CONVENIENS Clear 1987 (autoprod. 2008) 

Italian
English