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CLEPSYDRA (ITA) Second era of Stonehenge Musiche Particolari & Records 2007 ITA

Non che il prog abbia linee di demarcazione e confini molto netti, ma spesso, dalle prime note di un disco, si ha l’immediata impressione di ascoltare un qualcosa a margine dell’argomento. Il caso è quello di questo lavoro tutto italiano. Loro, i Clepsydra, sono un trio abruzzese chitarra e voce, basso e voce e batteria, coadiuvati, per la registrazione, dalle tastiere di Fabio Liberatori. In effetti siamo all’ascolto di materiale essenzialmente blues-rock-hendrixiano-zeppeliniano-creamiano, con riffs acido psichedelici che ci fanno piombare dritti dritti a cavallo del periodo fine ’60 – inizio ’70, grazie anche ad una impostazione vocale che si trova lì, a due passi da Hendrix.
Il lavoro è dedicato a Syd Barrett e occorre dire che anche i riferimenti ai primi Floyd ci sono tutti con un tocco di psichedelica lisergico-spaziale.
Undici brani di cui nove sui tre/quattro minuti e due lunghi escursus sentimental-ballad-rock-blues-lisergico chitarristici di nove e passa minuti ciascuno.
La grossa difficoltà di lavori come questo è certamente quella di trovare spazi personali in un genere fin troppo caratterizzato. Il gruppo si è dato da fare e il risultato è certo soddisfacente: le qualità strumentali non lasciano dubbi e l’assenza di “vuoti sonori”, neppure nelle trame più delicate, è indice di capacità chiare.
Quello che ovviamente manca qui è il prog, ma dubito che la sua ricerca fosse nelle intenzioni del gruppo. Nonostante questo, tanto per fare ancora due nomi, non tralasciamo di dire che in alcuni momenti non siamo distanti da sonorità cameliane (primo e secondo album) e neppure dai brani prettamente più blueseggianti di Khan e Arzachel.
Cercate cose nostalgiche che vi portino alla lacrimuccia? Questo è il vostro disco.

 

Roberto Vanali

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